“Tchaïka” in russo significa gabbiano. E’ questo il titolo del pluripremiato spettacolo internazionale che vede protagonisti un’attrice e un grande burattino per una piéce liberamente ispirata a “Il gabbiano” di Čechov. Sarà al Teatro India il 21 e il 22 maggio, con Tita Iacobelli, la regia è di Natacha Belova e Tita Iacobelli. Lo spettacolo è un viaggio al limite della performance, un’immersione nella vita sfaccettata di una grande attrice. È un infinito mise en abîme, un continuo gioco di specchi, dove una vecchia attrice nel crepuscolo della sua carriera torna a recitare sotto forma di burattino a misura d’uomo, che altro non è che la versione invecchiata dell’interprete Tita Iacobelli. La scena è questa, nel camerino si muove smarrita una vecchia attrice. Una giovane donna le si avvicina e le ricorda la ragione della sua presenza: interpretare il ruolo di Arkadina ne “Il gabbiano” di Anton Čechov. Sarà il suo ultimo ruolo. La sua memoria vacilla, ma anche se non sa più chi è e non ricorda la sua parte, vuole comunque andare in scena. L’attrice confonde personaggio e memoria personale, la finzione si intreccia alla realtà. Ed è così che Tchaïka, come ne “Il gabbiano”, erra tra passato e futuro, tra disillusioni e speranze e prosegue per la sua strada. La scenografia è di Natacha Belova, le luci di Gabriela González, Christian Halkin, musica Simón González dalla canzone “La pobre gaviota” di Rafael Hernández in consolle Gauthier Poirier. Produzione Ifo Asbl con il sostegno di Financiamiento del Fondo Nacional para la Cultura y las Artes, Chili, la Fédération Wallonie Bruxelles-arts de la scène – service interdisciplinaire in coproduzione con Mars-Mons arts de la scène, Théâtre Des Martyrs à Bruxelles, Atelier Jean Vilar à Louvain-la-Neuve in collaborazione con Cadmo associazione culturale – Le vie dei Festival.