La storia della città di Roma è costellata di episodi e aneddoti legati al mondo femminile, ad esempio, non tutti sanno che all’interno del Foro Romano, nel cuore della Città Eterna, si conserva tutt’oggi un tempio circolare, tra i più antichi e importanti santuari di Roma, il Tempio di Vesta.
A questa divinità era legato non solo il culto del fuoco sacro, ma anche le vicende delle donne che erano chiamate a custodirlo, le vestali. Le vestali, sacerdotesse di Vesta, erano donne potentissime nell’antica Roma, erano sei e venivano scelte fin da giovanissime tra le famiglie più facoltose. Le bambine prescelte, una volta portate via dalle loro famiglie d’origine, per decenni dedicavano la loro vita all’unico sacerdozio femminile tra i culti romani. Il loro culto è antichissimo, probabilmente risale sin dalle origini della fondazione della città. Le vestali, rispetto alle altre donne romane, godevano di ampi diritti e poteri, ad esempio, non erano sottoposte alla potestà paterna, potevano amministrare personalmente le loro ricchezze e lasciare testamento, assistevano agli spettacoli pubblici ed avevano dei posti riservati accanto ai senatori (mentre le altre donne erano relegate ai posti situati più in alto), avevano il permesso di circolare in città sui carri anche durante il giorno ma soprattutto avevano il potere di cancellare la pena di morte a un condannato, qualora lo avessero incontrato lungo il loro cammino. Accanto a tutti questi privilegi però avevano anche tanti oneri, esse erano responsabili del fuoco sacro e non potevano permettere che questo si spegnesse. Il fuoco era custodito proprio all’interno del Tempio di Vesta, la cui costruzione sul tetto aveva un foro circolare per permettere la fuoriuscita del fumo; nel caso il fuoco si fosse malauguratamente spento questo episodio veniva letto come un presagio nefasto e le vestali punite. Si procedeva poi ad un lungo cerimoniale per riaccendere il fuoco sacro.
Queste donne erano condannate a svolgere il loro sacerdozio per un periodo di trent’anni, periodo durante il quale dovevano conservare la loro verginità, pena la morte. Tra le prerogative riservate a queste sacerdotesse vi era anche quella che nessuno potesse toccarle, né tanto meno ucciderle nel caso fossero state sorprese con un uomo e avessero violato il loro voto di castità, per questo, in caso di inadempienza ai loro compiti venne escogitata una soluzione assolutamente crudele per poterle punire, la sepoltura da vive. Venivano sepolte in una buca con solo un pezzo di pane e una candela, finché non venivano colte da asfissia o morivano per gli stenti.
Ritornando alla domanda del titolo su chi fossero le vestali, si può rispondere che erano sì le donne più potenti della città ma anche le più infelici.