Verso una città più sostenibile, verso un sistema delle imprese che si impegni a perseguire un beneficio comune e a generare un impatto positivo sul territorio e sulle persone. Può essere sintetizzata in questo modo la finalità principale del progetto “Un’Impresa Comune”, nato dalla collaborazione tra l’Assessorato alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma e la Regenerative Design Company NATIVA. L’iniziativa è stata presentata nel corso dell’evento “Sostenibilità: sostantivo femminile”. “Un’Impresa Comune” nasce con l’obiettivo di fare di Roma, entro il 2030, la capitale mondiale delle Società Benefit. La fase 1 del progetto coinvolgerà 100 aziende, che verranno individuate attraverso una open call e la collaborazione con associazioni di categoria. Le imprese avranno poi accesso, attraverso un programma di incontri specialistici, al percorso di formazione e agli strumenti dedicati al supporto gestionale Benefit, per essere poi accompagnate fino all’adozione dello status giuridico di Società Benefit. Entro la fine del 2024 saranno divulgati i risultati della prima fase del programma, in cui le imprese partecipanti si saranno posizionate come case history positive per il tessuto economico romano, e verrà avviata la Fase 2, allargata ad un numero più ampio di imprese.
“Le imprese rivestono un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo sostenibile del territorio, sia dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Attraverso pratiche aziendali responsabili e orientate all’ambiente, le imprese possono contribuire significativamente alla creazione di comunità più resilienti e all’attuazione di cambiamenti positivi. Investire in iniziative sostenibili non solo migliora la reputazione aziendale, ma svolge un ruolo cruciale nel preservare le risorse naturali, promuovendo la giustizia sociale e stimolando una crescita economica equa. Per questo abbiamo scelto di investire su questa sperimentazione supportando le imprese nella definizione di un nuovo modello di sviluppo”, commenta Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità. “Se ci proiettiamo nella Roma del 2030, l’ambizione è che essere una Società Benefit venga considerato normale, scontato – afferma Paolo Di Cesare, co-founder di NATIVA – Il nostro impegno sarà quello di far crescere un intero ecosistema Benefit, attivando diverse leve che porteranno anche a un effetto di emulazione. Identificare una finalità comune per la città di Roma e per i singoli quartieri per andare incontro a sfide sociali e ambientali dei territori e delle comunità, creare gruppi di collaborazione, coinvolgere reti associative locali, creare canali divulgativi dell’esperienza Benefit: sono solo alcuni esempi del lavoro che ci attende”.
Cosa significa status di Società Benefit
Nel 2016 l’Italia è diventata il primo Paese, dopo alcuni stati degli Stati Uniti, a introdurre una legge che consente alle società di adottare lo status di Società Benefit. La struttura di governance di queste società, che in Italia sono più di 3.600, impone ai manager di bilanciare l’obiettivo di profitto e gli interessi degli azionisti con gli interessi della società e dell’ambiente. Le Società Benefit, oltre a ufficializzare e perseguire delle finalità di beneficio comune all’interno dello Statuto, devono misurare il proprio impatto ambientale e sociale e rendicontare obiettivi e risultati, pubblicandoli assieme al bilancio.
I numeri di Roma
Nel territorio del Comune di Roma, ci sono ad oggi 271 Società Benefit attive, il cui numero è cresciuto ad un tasso medio annuo del 66% dal 2018 ad oggi, per un totale aggregato di circa 1.700 milioni di euro di Valore della Produzione e circa 16.000 addetti occupati. Su 246.000 imprese presenti in totale a Roma Capitale, il progetto “Un’Impresa Comune” ha individuato un bacino di 140.000 future potenziali Società Benefit, di cui 122.000 Società di capitali e 18.000 Società di persone.