Colli della Valentina e Fosso San Giuliano, c’è l’ok definitivo per il recupero delle aree

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L’Assemblea capitolina ha approvato la variante urbanistica relativa ai Piani di recupero delle aree di Fosso San Giuliano (Via Polense) e Colli della Valentina, nuclei di edilizia ex abusiva da recuperare nel VI Municipio. Con l’approvazione di questi toponimi si dà finalmente avvio ad un nuovo percorso che risponde alle richieste di comitati, cittadini, consorzi. “Sblocchiamo definitivamente oltre 30 milioni di opere pubbliche nei quartieri più periferici; – dichiara l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia – un’approvazione che siamo riusciti a ottenere in tempi brevissimi grazie alla devoluzione da parte della precedente Amministrazione regionale a Roma Capitale di alcuni poteri in materia di urbanistica. Oggi finalmente possiamo annunciare la realizzazione di servizi essenziali per la quotidianità in questi quartieri“.

Lo sblocco dei due Piani di recupero interessa circa 3.000 residenti e consentirà la regolarizzazione urbanistica di una superficie di oltre 50 ettari di territorio, la realizzazione e la manutenzione delle fognature e dell’illuminazione pubblica, la realizzazione della rete di smaltimento acque meteoriche, la sistemazione di spazi di verde attrezzato di quartiere per circa 35 mila mq, la realizzazione di spazi di sosta e parcheggi per circa 30 mila mq, la manutenzione di strade esistenti e realizzazione di nuove per oltre 50 mila mq. Sono previste, inoltre, la costruzione di due plessi scolastici a ‘Fosso San Giuliano – Via Polense km 20’ (asilo nido e scuola dell’infanzia e una scuola dell’obbligo) e di un plesso con asilo nido e scuola infanzia a ‘Colli della Valentina’. “Una grande opportunità per questa città; – commenta la Presidente dell’Assemblea Svetlana Celli – finalmente diamo la possibilità ai cittadini di poter riprogettare il futuro del loro territorio. Ringrazio l’assessore Maurizio Veloccia per il lavoro che sta realizzando per dare una risposta concreta alle famiglie, con un’azione di recupero e riqualificazione, ponendo le basi per assicurare i servizi ancora mancanti. È questo il percorso giusto che abbiamo tracciato anche per gli altri toponimi ed è il modo per ridare dignità alle periferie”.