Daniele Di Giacomo, 38 anni, è morto in un agguato nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma, raggiunto da 6 colpi d’arma da fuoco in via Ferdinando Quaglia. A bordo dell’auto in cui si trovava c’era anche la sua compagna, ferita alle gambe. Il movente sarebbe di natura passionale. Di Giacomo aveva avuto guai con la giustizia a partire dal 2006. Negli anni aveva fronteggiato accuse per droga, armi e ricettazione. Poi aveva messo “la testa a posto”, aprendo una concessionaria di automobili in via Latina. Vendeva auto usate di grossa cilindrata e offriva il noleggio per Audi, Bmw e Mercedes. Aveva anche un’ex moglie e due figli piccoli. Ieri aveva un appuntamento con lo zio. Ma è stato ucciso prima.
Secondo gli inquirenti i conti con il passato Di Giacomo non li aveva del tutto saldati. Mentre l’unione con la sua compagna era osteggiata dalla famiglia. Nato alla Borghesiana, Di Giacomo aveva avuto problemi con la legge in gioventù. «Nati dalla frequentazione di cattive compagnie», dicono oggi i parenti. Proprio lo zio si è presentato ieri sulla scena dell’agguato: «Gliel’avevo detto: “Vieni a parlare con lo zio”. Invece non è venuto e l’hanno ammazzato», ha detto. Un altro parente lo ha fermato e gli ha detto: «Non ti preoccupare, sappiamo chi è stato». Anche la sorella ha puntato il dito contro la relazione del fratello con la 26enne e della moglie e dei figli. Il Messaggero scrive che si tratta di una ragazza italiana di origini marocchine. Che a sua volta era impegnata con un altro uomo.
Nella famiglia della ragazza due zii sono stati arrestati per traffico di stupefacenti. Secondo il quotidiano c’è anche un’altra pista, che riguarda alcuni debiti di Di Giacomo. Ma anche questa si va ad incrociare al compagno o all’ex compagno della 26enne. Secondo quanto ha ricostruito la ragazza a colpire il fidanzato è stato un uomo con il volto coperto. «Ho sentito sei colpi e ho visto un uomo che fuggiva, aveva la barba. Prima aveva proprio cercato quell’auto, e anche la donna è stata colpita e gambizzata», racconta un uomo che era in strada con i figli. «Sono stati attimi di panico veramente, la gente urlava e io ho pensato a proteggere i miei bambini», aggiunge.