La recensione – “La Contessa” di Elisabetta Antonella Insolera

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di Luisa Di Maso

Instagram @luisa.di.maso

Un bar affollato apre la scena ad alcuni dei personaggi, serviti dal signor Carlo, proprietario dell’esercizio commerciale: quattro giovani ragazze, Il commissario Aldo Carta, l’ispettore Monticino, clienti abituali e tanti turisti. Nulla fa presagire quello che avverrà da lì a poco. Una telefonata interrompe la colazione del commissario Carta e lo informa dell’omicidio del professore universitario Carraresi, anche lui avventore assiduo del bar.

La scena del crimine è in via Cavour, accorrono il commissario e i suoi collaboratori. Cadavere riverso a terra con la testa fracassata, nessun segno di effrazione alla porta, né alle finestre, nell’ordinario le poche cose fuori posto… sembra delinearsi un caso dalla non semplice soluzione.

Inizia così il romanzo di Elisabetta Antonella Insolera, con l’incursione immediata nei fatti, e la descrizione accurata dei personaggi, uno dietro l’altro; ciò che colpisce è il dettaglio, apparentemente insignificante, della frequentazione del bar da parte dei poliziotti e dei sospettati.

“Il signor Carlo aveva appreso dai giornali che il professor Carraresi era morto. La notizia gli lasciò un certo sgomento I giornali sembravano impazziti. Notò anche il commissario Carta, assieme all’ispettore Monticino, mentre facevano colazione nel suo bar, sembravano tutti presi da quella storia. Sedute al solito tavolo fuori, quella mattina c’erano le quattro ragazze.”

Dalle indagini emergono particolari della vita privata della vittima e alcune sue abitudini trasgressive e illecite, un contatto con una donna dai modi raffinati, sullo sfondo di una Roma agiata, assetata di denaro facile, frivolezze, festini.

“Li accolse la padrona di casa, era elegantissima. Indossava un abito di seta blu notte, portava i suoi preziosi (…) Con enormi sorrisi e abbracci dava il benvenuto a ognuno di loro, facendo scegliere la maschera da indossare. Quelle per gli uomini erano molto eleganti, particolari, in stile veneziane classiche. Quelle per le donne erano arricchite di strass e piume.”.

Un romanzo giallo scorrevole e di semplice lettura anche per via dei paragrafi brevi. Divertente, talvolta, nei dialoghi che intercorrono tra il commissario e il suo più stretto collaboratore. Apprezzabile l’attenzione data al lato umano dei poliziotti, professionisti infaticabili nelle indagini, che pur hanno una loro vita privata, affetti, interessi, passioni e la descrizione della città di Roma e dintorni nelle bellezze artistiche e monumentali spesso per bocca del commissario, appassionato d’arte.

Segnalo alcuni refusi e certe ingenuità narrative, ininfluenti tuttavia, il romanzo è di piacevole lettura. Consigliato anche solo per farsi un’idea di quello che è l’ambiente del lusso ricercato, sfoggiato, acquisito spesso illegalmente, lontano anni luce dall’ambiente di vita onesto dei più.

La Contessa

Elisabetta Antonella Insolera

Albatros edizioni