La recensione – “Sguardo a Oriente” di Dacia Maraini

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di Luisa Di Maso

Instagram @luisa.di.maso

Presente e passato in “Sguardo a oriente” si annodano. Testimonianze e ricordi di antica memoria affiorano. L’esotico, inteso come paesaggio agognato, diviene miraggio per chi vive in Occidente e parimenti per chi vive in Oriente. Ad alcuni basta idealizzare l’altrove, spesso sconosciuto. Lo sguardo a oriente si leva dall’autrice, la scrittrice Dacia Maraini che di luoghi “esotici” ne sa molto, sia perché è una grande studiosa e viaggiatrice, sia perché ha vissuto da bambina in Giappone, con la famiglia. Il padre, Fosco, antropologo, che aveva vinto una borsa di studio per osservare gli Ainu, una popolazione in via d’ estinzione, del Nord del Paese, nel 1943 si rifiutò di firmare l’adesione alla nascente Repubblica di Salò, firma richiesta dal governo Giapponese, e tutti i membri della famiglia finirono in un campo di concentramento.

“Ho avuto fame. Per due anni di campo, più che la paura delle bombe, e ne cadevano in continuazione sulla nostra testa, più che i terremoti, e ne abbiamo patiti a decine, più che la paura dei parassiti, delle malattie, ed eravamo tutti malati di beri-beri e scorbuto, era la fame. Ho sperimentato sulla mia pelle cosa vuol dire stare a digiuno per giorni, mesi anni. Per fame mangiavo le formiche che vedevo passare nel nostro misero cortile dal pavimento di terra (…). Quando si ha fame si è portati a mangiare qualsiasi cosa. I poveri serpentelli che passavano nel nostro cortile venivano subito acchiappati, spellati, bolliti. La carne di serpente la ricordo come molle e insapore.”.

Una testimonianza di vita “Sguardo a oriente” ma anche una raccolta straordinaria di tutti gli articoli e reportage che la scrittrice, negli anni, ha messo nero su bianco, collaborando con numerose testate giornalistiche.

Il viaggio è il tema trasversale di questo libro, inteso come stimolo alle tante riflessioni che scaturiscono dall’incontro con i luoghi prima sconosciuti che si svelano. Belle e illuminanti le pagine in cui Dacia Maraini racconta da dove le venga la passione per gli spostamenti, ma anche la spiegazione di come la percezione del tempo sia differente a seconda che si viaggi o che si rimanga legati alle proprie abitudini.

“Per quanto mi riguarda io sono nata viaggiando. I miei primi ricordi sono memorie di cammino: mare in tempesta, un orizzonte illuminato da una specie di serpente arrotolato nel suo argento che era la luna piena Non mi chiedevo perché la mia piccola famiglia composta da un padre giovane e biondo, bellissimo e brusco, silenzioso e segreto; di una madre giovanissima, dal sorriso candido solare, dai capelli color miele, dagli occhi grandi cerulei, fossero sati morsi dalla tarantola del moto perpetuo. Non so nemmeno se questi ricordi confusi abbiamo formato un sistema di segni, un dizionario geografico sulla mia pella di bambina. (…). Una delle poche cose certe è che viaggiando si allunga il tempo. Non c’è cosa che restringa lo spazio vitale come la ripetizione dei gesti, delle abitudini. Il tempo delle abitudini appare eterno, ma nel ricordo ha la durata di un attimo. Il tempo della diversità, dei pericoli, del nuovo, dell’inaspettato appare al contrario breve e fuggevole. Ma visto di spalle, si allunga all’infinito.”.   

“Sguardo a oriente” è, soprattutto, testimonianza delle situazioni di vita precarie di donne, giovani e bambini, privati della libertà e soggetti a vessazioni e soprusi continui in paesi come l’Afganistan, la Birmania, l’Iran… e purtroppo molti altri.

“La storia insegna che quando un gruppo sociale, una oligarchia religiosa o militare, prende il potere, cerca di fissare due egemonie importantissime: una sulla morte, una sulla vita. Il controllo sulla morte riguarda la giustizia penale, la forza militare, le prigioni, i luoghi dove si stabiliscono le leggi. Il controllo sulla vita riguarda il ventre delle donne.”.

Alcune parti sono dedicate ai viaggi fatti in compagnia di Moravia, Pasolini, Callas.

Una scrittura chiara, precisa, puntuale, comprensibile a tutti quella di Dacia Maraini che, senza mai dare giudizi affrettati, affronta con accortezza e grande sensibilità i temi dolenti e più controversi che non sempre hanno caratterizzato il dibattito internazionale. I paesi occidentali a volte chiudono gli occhi.

Sguardo a oriente

Dacia Maraini

Marlin editore