La recensione – “A Mani Nude” di Francesca Della Monica

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di Luisa Di Maso

Instagram @luisa.di.maso

Quello che colpisce in questo romanzo di Francesca Della Monica è lo stile caratterizzato da una prosa rotonda, carezzevole, armoniosa.

La storia ripercorre la vita di Rosa, una donna di umili origini che, a seguito di uno stupro, si trova costretta dalla famiglia ad abbandonare la figlia.

Caddi nel campo con un colpo sordo come un calcio allo sterno. Lacera nel corpo e nell’anima. E lì rimasi con gli occhi chiusi, la terra in bocca, a ingoiare e respirare il freddo sapore dell’argilla bagnata dalla pioggia. Finché venne il nero della sera.

Una vicenda di soprusi, rinunce, silenzi ma anche di piccole gioie e ricerca della libertà personale, negli anni di mezzo del novecento, angustiati dalla guerra.

L’indomani Rosa uscì (…) Lei che viveva di ore, lei che non aveva pretese, camminava con un cuore pieno di attesa verso una soglia dove la speranza non era un sogno e la vita pareva riservarle un destino differente.

Un libro per riflettere sulle nostre radici culturali, sul pregiudizio diffuso, sulle imposizioni dettate dalla “buona facciata” e su quanta fatica una donna faccia, ancora oggi, a operare un cambiamento.

“A mani nude” si legge volentieri e si apprezza per la scorrevolezza, per le tante considerazioni che inducono a ragionare e per la poesia che trasuda in ogni pagina.

Ogni dettaglio era noto. Ogni angolo esplorato, annusato, vissuto. Perché quando la vita si restringe, l’esistenza si fa piccola e gli occhi cercano respiro, si aggirano per trovare, per conoscere cose nuove, anche se tutto è già stato visto.

La storia affascina e trascina il lettore. La vicenda di Rosa si interseca con quella della famiglia che la accoglierà. Una storia di vita intensa, pur nella sua semplicità.

A MANI NUDE

Di Francesca Della Monica

Il ciliegio edizioni