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Home Attualità

Belle Arti, all’ex Mattatoio la nuova sede dell’Accademia

di Gianluca Miserendino
21 Novembre 2022
in Attualità
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Belle Arti, all’ex Mattatoio la nuova sede dell’Accademia

Le ex stalle e i due ex fienili del Mattatoio di Testaccio diverranno la nuova, vasta sede (40mila metri quadri) dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in virtù di una concessione ventennale deliberata dall’Assemblea Capitolina lo scorso 20 ottobre. In corso la prima parte dei lavori, la cui conclusione è prevista per giugno 2023. Il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi, hanno visitato il cantiere.

Rinascono così a nuova vita alcune parti vitali dell’ex Mattatoio, eretto a Testaccio tra il 1888 e il 1891 su progetto di Gioacchino Ersoch. Un intervento nel segno della riqualificazione urbana e della valorizzazione culturale e sociale. E l’ultimo tassello del piano Città delle Arti, polo costituito – oltre che dall’Accademia – da sale dell’azienda speciale Palaexpo, dalla facoltà di Architettura dell’ateneo Roma Tre, dalla Città dell’Altra Economia e dalla Scuola Popolare di Musica di Testaccio.

L’Accademia di Belle Arti ha sul posto dal 2011 due aule, ottenute da ex recinti per il bestiame. Ora, con le nuove concessioni comunali, si aggiungono le ex stalle (che in parte diverranno sedi espositive), gli ex fienili e anche l’arco monumentale di accesso e il Panottico, importante edificio ottagonale che ospiterà un centro di ricerca e informazione sull’ex Mattatoio-Città delle Arti.

Si tratta, ha detto il sindaco Gualtieri, di “un’opera di riqualificazione all’insegna della valorizzazione dei beni comuni, intorno ad assi che riteniamo fondamentali per il futuro della città: la cultura, la scienza, l’università, la ricerca, la creatività dei giovani. Un grande polo pubblico di formazione e di ricerca che a sua volta riqualifica e rigenera un pezzo di città”.

Lo stesso Sindaco è entrato nel merito dei tempi: “A giugno completeremo la prima parte, poi si andrà avanti sulle altre aree”.

“Complessivamente”, ha concluso Gualtieri, è “un’operazione straordinaria che restituisce alla città un pezzo di archeologia industriale, completamente ripensato e rinnovato all’insegna della cultura. Un simbolo di Roma che cambia”.

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