Riusciremo ad interrompere le aggressioni a medici ed infermieri del SSN? – Prima parte

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Ritorniamo sul fenomeno sociale deprecabile delle aggressioni verbali e fisiche a medici ed infermieri mentre svolgono il loro lavoro nel SSN perché già scrivemmo sulla materia nel 2018. Tuttavia, le aggressioni aumentano ogni giorno di più, complice la miseria ingravescente della popolazione e la riduzione dei finanziamenti pubblici che via VIA SI ASSOTTIGLIANO E SI PERDONO PER STRADA.

Nonostante che recentissimamente il Parlamento abbia appositamente approvato a larghissima maggioranza una Legge ad hoc con pene e sanzioni molto dure e che prevede uno specifico strumento di MONITORAGGIO DEL FENOMENO, ma purtroppo isorisorse e questo lo renderà a mio personale giudizio un vano mezzo.

Il fenomeno delle aggressioni ai sanitari (unicamente del SSN!) è molto percepito soprattutto al meridione, ma non solo: riguarda le grandi aree metropolitane. Ricordiamoci che gran parte delle aggressioni non vengono denunciate dalle vittime, vuoi per paura che per inerzia: le categorie più colpite sono quelle che hanno gli operatori in prima linea diretta e frontale (psichiatri, chirurghi, medici di emergenza del PS, medici della guardia medica). Soprattutto le donne sono oggetto di aggressioni e qui il fenomeno è ancora più odioso per la sua vigliaccheria. E’ una vera e propria ESCALATION DI VIOLENZA CONTRO GLI OPERATORI DELLA SANITA’ come ben documentato dal Sindacato dei medici dirigenti SSN.

Le aggressioni riguardano oltre la metà dei medici in servizio e di gran lunga prevalgono le forme di violenza verbale con insulti, minacce ed intimidazioni: il fenomeno negli ultimi anni si è esteso anche alle Regioni del settentrione che fino a poco fa erano state risparmiate. Preoccupante è il dato della quasi assoluta mancanza di conoscenza delle norme in materia da parte degli operatori sanitari, mitigata nella nuova Legge dalla procedibilità di ufficio da parte della Direzione Sanitaria senza se e senza ma. Vedremo cosa succederà e cosa farà la magistratura.

Quanto alle possibili cause della violenza noi riteniamo che esse siano assolutamente multifattoriali, sociali e culturali ma che prevalga sotto traccia una forma di intolleranza della cittadinanza verso il SSN, parallela all arretramento dello Stato dalla fornitura di servizi sanitari territoriali ed ospedalieri e ad una certa inadeguatezza educativa della popolazione. La gente è scontenta dei servizi resi dal SSN, purtroppo sempre più ridotti e limitati anche a causa della pandemia COVID e delle ridotte disponibilità finanziarie e se la prende direttamente con l’ operatore in frontiera, anche perché è più semplice e facile e soprattutto è indifeso e non può reagire.

La gente è anche ormai lontana empaticamente dalla figura dell’ operatore sanitario, a testimonianza che nel settore privato le aggressioni sono decisamente inferiori. Il carisma ed il ruolo sociale del medico si è diluito nella opinione della gente comune, soprattutto con la tecnicizzazione e disumanizzazione della professione e con l’ avvento del “dottor Google” e del “dottor Facebook” che si sono affacciati alla ribalta soprattutto con il Covid 19. Tutti sono infermieri, tutti sono medici cosiccome tutti sono allenatori di calcio quando gioca la nazionale!

Dott. Francesco Russo
Medico-Chirurgo
Ricercatore Confermato
Università di Roma Tor Vergata
francesco.russo@uniroma2.it