SARS COV-2, una sigla che ormai conosciamo tutti fin troppo bene. Era il 31 dicembre 2019 quando fece la sua prima apparizione in Cina, nella provincia di Wuhan, per raggiungere l’Italia il 30 gennaio 2020 con i primi due casi accertati, la successiva diffusione della pandemia e le misure restrittive che culminarono nel lockdown su scala nazionale in cui la vita dell’intero paese, salvo le realtà necessarie alla sopravvivenza, si fermarono. Solo a maggio qualcosa cominciò a cambiare con una lenta riapertura e ripresa della quotidianità anche se non uguale per tutti.
Il forzato periodo di chiusura ha comportato notevoli difficoltà di carattere economico e non solo, ma anche un’alterazione della socialità e della gestione del tempo libero ma, come in tutte le situazioni di emergenza, la fantasia, la voglia di vivere, la capacità di adattamento e, soprattutto, la tecnologia, hanno permesso, in qualche modo, di colmare le distanze con video-lezioni, video-chiamate, video-conferenze e, incredibile a dirsi, video-teatro! Sembra uno scherzo, eppure il Teatro di Tor Bella Monaca ha proseguito la sua attività con iniziative online che, anche se è difficile e forse surreale pensare a un teatro senza pubblico in sala, hanno mantenuto il contatto con quel pubblico che tanto ama questo grande polo culturale del VI municipio. Solo per citare alcune: “Diario di un non intubabile” di Alessandro Benvenuti, direttore artistico del teatro, portato in “videoscena” da Andrea Murchio, “TBM dreaming, operatrici del teatro sotto effetto lockdown” di e con Livia Caputo, Maria Vittoria Pellecchia, Roberta Gentili, “Penso…quindi sono?” con l’intervento di numerosi artisti legati al teatro stesso come, ad esempio, Maddalena Rizzi che appare nella prima puntata, e poi molte altre ancora. Tutto questo fino ad arrivare al fatidico 15 giugno 2020 che ha visto il teatro riaprire le porte al suo pubblico con coraggio e volontà.
Sebastiano Somma e il suo “Il vecchio e il mare di Hemingway” si sono fatti carico di dare un nuovo slancio e un segno di speranza a una popolazione segnata dagli ultimi eventi, e anche a una delle categorie più colpite dalla forzata chiusura: gli artisti.
Claudia Caoduro