L’uso pubblico della scienza

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Le prove sono direttamente proporzionali alla posta in gioco, maggiore è il rischio per l’uomo e sempre più precise devono essere le prove per esprimere un giudizio positivo. La scienza oggi ha una grande importanza nella vita di ognuno di noi visto che le tecnologie sono quotidianamente inserite e pervadono la collettività e così facendo sia lo scienziato che l’esperto iniziano a diventare figure sempre più simili.
L’esperto chiede affidamento e quando le cose non funzionano come dovrebbero si ritorna allo scienziato che cerca di risolvere il problema. Ricordiamoci però che la natura di entrambi è imperfetta come è imperfetto ogni sapere scientifico che si avvicina alla risoluzione dei casi con alcune percentuali se pur basse di fallimento. I cittadini vedono questo rapporto di fiducia con alcuni limiti, dove spesso manca molto spesso la chiarezza delle percentuali di errore.
Non dimentichiamo che anche il rimpallo delle responsabilità politiche spesso crea caos.
Tutto questo è riscontrabile in questa emergenza Covid-19 dove lo scienziato si ripara nell’incertezza e l’esperto va oltre la propria disciplina. E’ importante e necessario affrontare il tema dell’uso pubblico della scienza dove le scelte politiche siano responsabili delle conseguenze e siano trasparenti e condivise con i cittadini.
Solo così si creerebbero le condizioni ideali che metterebbero specialisti del settore nei ruoli chiave dove prevale il merito e la competenza e non l’amicizia al potente di turno.
Diamo attenzione alla ipotesi che sono una supposizione teorica formata da ragionamenti e congetture che poi devono essere testate e confutate.
L’ipotesi è il fondamento della ricerca scientifica e ne determina il progresso, inizialmente è provvisoria e momentanea ed è soggetta a cambiamenti. Nasce dall’osservazione che poi deve essere confermata da un esperimento. Il tutto parte da un approccio induttivo, prosegue poi un metodo analitico basato sugli esperimenti e finisce il tutto alla conclusioni. Le conclusioni inizialmente sono generali che possono ammettere delle obiezioni inizialmente fino a poi avere delle correzioni all’ipotesi ed definire una conclusione attendibile e verificabile.
Il ricercatore vorrebbe trovare da subito una conclusione “universale” e ci sono alimento due elementi da valutare:
• l’ipotesi deve essere “robusta”, razionale, argomentata e ragionevole, devono essere consolidate anche ipotesi meno solide dalle quali possono emergere ipotesi meno solide ma potrebbero scaturire scoperte innovative;
• i fenomeni che vengono osservato non devono andare in contrasto con i dati di riferimento, qualora accedesse una differenza si dovranno ridefinire le conclusioni.
Nel nostro contesto e soprattutto nelle pandemie, la scienza è chiamata a dare delle importanti risoluzione e allo stesso tempo è esposta al massimo scrutinio da parte della società che avendone un immediato bisogno la mette a nudo, ponendo domande che a volte possono diventare sempre più scomode. Le forti tensioni ai quali gli scienziati sono sottoposti è da ricercare nella necessità che chiede la società ed è per questo che è importante non semplificare troppo le problematiche e non disperdere risorse e tempi in rivoli inutili. E’ importante trovare un equilibrio tra le varie esigenze.