Il rinvio è stato confermato giovedì 5 marzo quando il Consiglio de Ministri ha proposto la revoca al Presidente Mattarella in vista del decreto del Presidente del Consiglio pubblicato il giorno prima. Considerate le misure disposte appunto dal DPCM del 4 marzo, in merito alle norme di sicurezza di prevenzione e contenimento del diffondersi del Coronavirus, le votazioni sono state momentaneamente annullate.
Ma cosa si sarebbe votato e cosa si voterà in questo referendum costituzionale?
Il 29 di questo mese i cittadini italiani avrebbero potuto scegliere se approvare o respingere la legge di revisione costituzionale in merito -come quanto detto prima- agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero di parlamentari.
Il disegno di legge è composto da 4 articoli di seguito spiegati brevemente:
1) Riguarda l’articolo 56 della Costituzione e prevede la riduzione dei deputati da 630 a 400, il numero dei deputati eletti nella Circoscrizione Estero da 12 ad un massimo di 8;
2) Rivede l’articolo 57 prevedendo la riduzione del numero dei Senatori elettivi da 315 a 200, per la Circoscrizione Estero da 6 a 4. Il numero minimo di senatori assegnato ad ogni regione ridotto da 7 a 3, coinvolgendo anche le province autonome di Trento e Bolzano, lasciando invece invariate il Molise che ne ha 2 e la Valle d’Aosta che ne conta 1;
3) Relativo all’articolo 59 nel quale il numero massimo di senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica non possa mai essere superiore a 5, eliminando così l’ambiguità del testo precedente che nel passato ha fatto sì che ce ne fossero di più;
4) Infine il quarto articolo è inerente all’entrata in vigore delle nuove disposizioni, prevedendo che si applichino al decorrere dalla data del primo scioglimento delle Camere, successivo alla data di entrata in vigore della legge costituzionale, in qualsiasi caso non prima che siano trascorsi 60 giorni dalla predetta entrata in vigore.
In sintesi il taglio previsto da questo disegno di legge equivale al 36,5% dei componenti di entrambe le Camere del Parlamento, nello specifico il numero dei seggi della Camera dei Deputati passerebbero da 630 a 400, mentre per quanto riguarda il Senato della Repubblica calerebbe da 315 a 200 seggi elettivi come detto precedentemente.
Le operazioni di scrutinio si sarebbero tenute subito dopo la chiusura della votazioni e l’accertamento del numero dei votanti.
La data del referendum era stata indetta il 28 gennaio e confermata sulla Gazzetta Ufficiale il 29, ma visto lo stato di emergenza il 17 marzo il termine nel quale indire le votazioni è stato esteso fino al 19 settembre 2020.