Il giudice Patrizia Campolo mette la parola fine alla storia che ha avvolto il Roma Capital Summer con le seguenti parole: – “poiché non risulta essere stato provata alcuna condotta ascrivibile a titolo di colpa all’imputato, questi deve essere assolto dal reato ascrittogli, per questo motivo assolve l’imputato dal reato a lui ascritto perché il fatto non costituisce reato”.
Si chiude cosi un’altra parentesi dell’anomala vicenda che ha sconvolto gli organizzatori del Roma Capital Summer a Tor Vergata nel VI Municipio.
Tutto è partito da una denuncia di 108 cittadini capitanati dal Sig.Guido Pera residente di Torre Gaia, i quali denunciavano gli organizzatori per il reato di disturbo della quiete pubblica (art. 659 c.p.), reato che il giudice non ha confermato – “vista l’assenza di prove e visto che gli organizzatori svolgevano effettivamente l’attività per la quale erano autorizzati”.
Con questa sentenza continuano le cantonate prese dagli esponenti del movimento 5 stelle sulla vicenda del Roma Capital Summer, primo tra tutti Enrico Stefàno il quale è stato uno dei consiglieri comunali più accaniti contro la manifestazione, che dichiarava su varie testate giornalistiche “emissioni sonore non rispettate”, “chiederò misure urgenti”. Alla luce dei fatti il consigliere comunale viene letteralmente smentito ed onestà intellettuale imporrebbe le dovute scuse agli organizzatori.
“Ora si capovolgono i ruoli, noi siamo sempre stati nella legalità, ho sempre avuto fiducia nella magistratura, ma chi è in regola dà fastidio in questa città e il tempo ci ha dato ragione, ho passato le pene dell’inferno, ho subito due interventi chirurgici e un ischemia cerebrale a causa delle forti tensioni e stress subiti, tutti documentati da referti medici. Ora chi ha sbagliato è giusto che paghi per il male gratuito che ci è stato fatto, abbiamo già inviato le lettere di richiesta di risarcimento agli interessati e dato mandato ai nostri legali di agire sia in campo civile che penale. Sono rammaricato che una iniziativa molto sentita sul territorio sia stata maltrattata e ostacolata così malamente da chi invece dovrebbe tutelarla e sentirla sua perché di tutti” – queste sono le parole dell’organizzatore del Roma Capital Summer e conclude – “un’altra anomalia che abbiamo riscontrato e sulla quale stiamo facendo luce, è che questi cittadini avevano in mano la documentazione completa dei nostri progetti inclusi i nostri documenti personali che dovevano essere custoditi dall’ufficio cultura del municipio e da un indagine e varie richieste di accesso agli atti da noi formulate abbiamo constatato che ne hanno preso possesso illegalmente sicuramente tramite una persona interna e i nostri legali stanno valutando anche una rivalsa contro il comune soprattutto in materia di privacy che è stata completamente violata. Concludo dicendo che sono felice e mi sento molto più rilassato dell’esito ma allo stesso tempo sono rammaricato per tale accanimento verso chi ha voglia di fare e costruire in un territorio dove c’è il deserto e da cui tutti vogliono scappare”. Con queste parole gli organizzatori del Roma Capital Summer lasciano intendere che non si fermeranno finché chi ha sbagliato paghi il proprio errore, per i 108 interessati non si prospetterà un buon natale.
Da una prima ricostruzione all’epoca dei fatti la documentazione presentata dagli organizzatori per partecipare al bando pubblico dell’estate romana indetto dal municipio VI doveva essere custodita dalla dirigente dell’ufficio cultura Rosalba Alessandroni e a quanto pare così non è stato. Vi ricordate della lettera anonima che è stata inviata alla nostra redazione?
Già compariva il nome della Dirigente Alessandroni quale complice del sabotaggio del Roma Capital Summer, potrebbe essere vera una cosa del genere? Un dirigente comunale si presta a tali illegalità non tutelando l’azienda per la quale lavora ai danni dei cittadini? Se cosi fosse sarebbe un fatto gravissimo e il tempo ci saprà dire, come sempre, la verità.
Sempre nella lettera anonima compariva anche il nome di un ex presidente del VI Municipio, Fabrizio Scorzoni, ed anche lui, guarda caso, è tra i 108 cittadini firmatari della denuncia e anche lui citato dagli organizzatori per il risarcimento del danno e come tutti a rischio di una denuncia penale per calunnia. Un ex Presidente di Municipio iscritto al PD che denuncia una manifestazione indetta regolarmente dalla giunta municipale che allora era del suo stesso partito? Si capisce bene una lotta per le poltrone interna allo stesso partito, una lotta senza regole dove prevale solamente il proprio ego a tutti i costi anche a danno dei cittadini che sono gli unici che alla fine ci hanno rimesso.
Si evincono da questi fatti delle prime verità della lettera anonima pervenuta alla nostra redazione, nella quale si diceva “nella vicenda del Roma Capital Summer ci fu un dialogo tra i vari esponenti di tutte le parti politiche che hanno costruito a tavolino il caso”, e questo dialogo e il rapporto del complotto ai danni degli organizzatori tra i 2 esponenti del Movimento 5 Stelle Enrico Stefàno e del Partito Democratico
Fabrizio Scorzoni è palese ed indubbio soprattutto dal fatto che il difensore di fiducia, scelto appunto da un rapporto di fiducia, che ha la delega dell’ex presidente di Municipio Fabrizio Scorzoni ed altri 70 firmatari per difendersi della querela degli organizzatori sia proprio il padre dell’attuale consigliere M5S Enrico Stefàno ovvero Stefano Stefàno.
E’ stato tutto un complotto ai danni degli organizzatori e dei cittadini? Tutto questo solo per la poltrona? A voi i commenti. Continuate a seguirci.