Stiamo andando incontro alla fine del Servizio Sanitario Nazionale?

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Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nasce ufficialmente con la Legge 833 del 1978 firmata dal Ministro della Sanità Onorevole Tina Anselmi, staffetta partigiana, pochissimo dopo che era stato ammazzato dalle Brigate Rosse il Presidente della Democrazia Cristiana Onorevole Aldo Moro, Legge votata da quasi tutti i partiti con la sola eccezione del Partito Liberale Italiano. Il SSN nacque per correggere le evidenti storture dell’ allora vigente Sistema Mutualistico e per dare universalità alla assistenza sanitaria e pieno adeguamento all’ art. 32 della Carta Costituzionale: in realtà, la Costituzione del 1948 non parlava esplicitamente di “universalità” né di Servizio Sanitario Nazionale pubblico: si riferiva solo alle cure gratuite per gli indigenti e cosa oggi molto importante le estendeva a tutti gli individui presenti sul territorio nazionale e non solo ai “cives”.

Tuttavia, oggi 2019 il SSN fa acqua da tutte le parti ed andiamo a capire il perché. In primis, vi è il grande invecchiamento della popolazione italiana e con esso le tante pluri-patologie croniche costosissime ed invalidanti (disabilità fisiche e psichiche) degli anziani soprattutto over 75 ed 85. A seguire alcune scelte errate ed ideologiche (antistoriche) fatte dai vari Legislatori nazionali, in primis la cd “aziendalizzazione del SSN” e dal 2001 (titolo V della Costituzione modificato ad impronta leghista) da quelli regionali: hanno portato a 21 sistemi sanitari regionali spesso molto divergenti tra di loro e ad una impetuosa e costosissima (e poco chiara) mobilità sanitaria dei malati soprattutto dal sud verso il nord. Inoltre, negli anni ‘90, complice la grave pletora medica dell’ epoca, la assurda proposizione normativa di divieti, paletti, incompatibilità e quant’ altro imposte ideologicamente ai medici: oggi ci sono viceversa  molti meno medici su piazza (molte più donne medico) e servirebbe una completa deregulationin materia – compensata tuttavia da limiti orari del SSN e salariali – a tutto vantaggio della maggiore offerta e scelta per il Cittadino (abbattimento delle Liste di Attesa che oggi sono enormi).

Inoltre la perdita del rapporto fiduciario privilegiato tra medico e popolo, da sempre fortissimo in Italia fino a pochi anni fa. In questo caso la sua parte la ha fatta una certa scorretta attività mediatica orientata in questa direzione: campagne accusatorie, denigratorie, “sbatti il mostro in prima pagina”, malasanità che poi non si è mostrata tale dopo i processi, corsa alla aggressione del medico (verbale e fisica) soprattutto nei pronto soccorso, corsa al “soldo facile” di avvocati e onlus noché pazienti/parenti mediante il ricorso spregiudicato ad un contenzioso medico legale spesso senza basi scientifiche: la gente non ama più il medico come una volta, la medicina è vista come un semplice tecnicismo, internet e google si fanno strada sempre di più nell’ immaginario collettivo e tutti si sentono medici (senza avere studiato !). Infine, la colpa basilare e gravissima (storica) dei medicidi non avere agito per tempo contro queste derive disgregatrici e distruttrici: l’Ordini dei Medici soprattutto ma anche Società Scientifiche Mediche. La colpa del Legislatore Nazionale incapace di seguire le modifiche ed aspettative della società nel settore così veloci: una fra tutte, se non si assumono più giovani a tempo indeterminatonei ruoli della Dirigenza del SSN è ovvio che il potere contrattuale dei medici e lo stesso SSN saranno tra breve a grande rischio e la responsabilità di un sistema formativo universitario pre e post laurea statico, poco dinamico, poco meritocratico (molto nepotistico e clientelare), chiuso in se stesso e poco attento ai cambiamenti sociali (fine dell’ ascensore sociale).

Fatta la diagnosi – almeno in parte – quale terapia utilizzare per conservare gli elevati livelli di salute raggiunti soprattutto alla luce del fatto che entro cinque sei anni oltre il 50 % dei medici a tempo indeterminato del SSN andranno fuori ruolo? Una possibile soluzione potrebbe essere quella di fare lavorare nei ruoli SSN anche gli specializzandi o medici in formazione specialistica più “anziani” ed esperti,che al momento è espressamente vietato dalla Legge: ma anche qui sarebbero pannicelli caldi numericamente e comunque andrebbe riconosciuta a questi giovani la giusta retribuzione e contribuzione. Invece, una misura più efficace e pragmatica, che avrebbe effetti immediati da subito potrebbe essere quella di togliere immediatamente e completamente tutti gli assurdi paletti ed incompatibilità al lavoro del medico di SSN e permettergli di lavorare dovunque e comunque, naturalmente a patto di congrue riduzioni di orario (tempo definito) e di salario nel SSN. Questo eliminerebbe tutte le assurde ed inutili rigidità del sistema attuale, ingessato e che impedisce di fatto al medico di lavorare per il Cittadino bisognoso e permettergli di superare vergognose liste di attesa (da qualche anno anche per i tumori !!) e vergognosi sovraffollamenti dei pronto soccorsoper piatire un po’ di sanità a buon mercato. Questa misura consentirebbe risparmi ed economie statali, ma innescherebbe un volano virtuoso di prelievo fiscale stimolando la attività privata ma regolamentata nel sistema “accreditato” dallo Stato e dalla Regione.

L’ altra misura non medica, ma importantissima su cui lavorare, è quella della lotta ai cosiddetti  “sprechi”cioè alla dilagante corruzione nella Pubblica Amministrazione e soprattutto nel SSN, così spesso denunciata dalla Corte dei Conti e dall’ ANAC a tutti i livelli e che frequentemente è legato al pericoloso dilagare nella cabina di comando di Asl ed Ospedali di “colletti bianchi”– il cosiddetto “mondo di mezzo” – fortemente legati alla criminalità organizzata delle varie Mafie.Ma questo è compito della politica, quella vera, farlo.

Pensateci bene ed attentamente politici e politicanti attuali, di qualunque estrazione e colore politico siate: la gente che soffre ha bisogno di misure immediate perché la salute è un bene primario non negoziabilee le malattie purtroppo non si sconfiggono mediante leggi o provvedimenti amministrativi ma con atti medici concreti figli di un sistema sano, equo e che funzioni veramente e non a chiacchiere o solo sulla carta.