Tante, forse troppe, sono le parole attorno al caldissimo tema dell’Intelligenza Artificiale con il paradosso che in moltissimi ancora non ne capiscono il significato e l’importanza.
Cerchiamo di capire di cosa si tratta e perché tutti ne stanno parlando, tracciando un quadro sulle attuali tecnologie in uso e gli ambiti di maggior focalizzazione dell’Intelligenza Artificiale per il business.
Voglio iniziare con un esempio per comprendere gli scenari futuri in cui ci troveremo grazie a programmi di Intelligenza Artificiale (acronimo IA) integrata a computer, macchine e dispositivi vari sempre più miniaturizzati:
Fra qualche anno, quando finirà la sperimentazione in corso delle più importanti case automobilistiche mondiali, avremo automobili che saranno in grado di viaggiare senza conducente, perché avranno imparato a prendere decisioni immediate di fronte ad eventi non codificati e imprevedibili. Naturalmente ci saranno il TAXI senza conducente che una volta prenotato questo si farà trovare all’ora prestabilita fuori la nostra abitazione per portarci all’ufficio in orario, avendo calcolato il percorso ottimale e conoscendo lo stato in tempo reale del traffico cittadino. Ma pensiamo ancora più futurista. Abbiamo la nostra automobile che una volta usata per andare in ufficio si rende disponibile per essere utilizzata da piattaforme come UBER per svolgere una funzione di TAXI senza conducente e quindi in grado di produrre ricavi (pagamento automatico con carta di credito o bancomat) durante il tempo che non possiamo utilizzarla, risparmiando addirittura i costi del parcheggio. Naturalmente grazie al sistema autosufficiente di AI la vostra auto saprà a che ora uscite dall’ufficio e si farà trovare pronta per ricondurvi a casa. Sarà forse la soluzione per ridurre le auto circolanti? Vedremo!
Ma cos’è l’Intelligenza Artificiale?
Cerchiamo qui di dare delle risposte semplici per approcciarsi al problema in modo soffice e aprire le porte ad approfondimenti per chi chiede di più. L’IA è l’insieme delle teorie e tecniche che consentono ai computer di imparare dalle informazioni provenienti da qualsiasi dispositivo e comunque relative al mondo circostante che consentono di comportarsi come un essere intelligente in grado di relazionarsi con l’uomo e il suo ambiente. Insomma il computer che cerca di imitare le funzioni del nostro cervello, ossia cercando di imparare per poi decidere cosa fare.
Pur avendo fatto passi da gigante stiamo ancora ad un livello sperimentale anche per il fatto che ancora non conosciamo completamente le il funzionamento del cervello umano e le capacità della sua mente.
Per facilità del nostro lettore non stiamo qui a distinguere le diverse modalità tecniche di auto apprendimento di un sistema di intelligenza artificiale che possono riguardare le macchine (automobili, robot, analizzatori, etc.) e/o l’apprendimento ispirato alla struttura del cervello biologico e alla mente umana. Per schematizzare possiamo affermare che qualsiasi sistema di IA per prima cosa deve essere costruito su algoritmi specifici di apprendimento che prevedono principalmente 3 fasi o attività:
la raccolta dei dati:più se ne hanno e più siamo in grado di fornire linfa vitale al sistema
la comprensione: è qui che il sistema interpreta i dati, li riconosce e li mette in relazione a cose e fatti, siano essi testi, filmati, immagini, disegni, e riproduzioni sonore o musicali. Programmi molto sofisticati che elaborano, creano connessioni linguistiche e concettuali
il ragionamento:come per l’uomo, il sistema di IA compone gli insiemi e sottosistemi di informazioni e tramite una logica interna inizia ad apprendere nozioni e modalità di interpretazione che lo rendono capace di prendere decisioni e dare le riposte per cui il sistema è qualificato.
La ricerca sta cercando di rendere attuabile questi concetti in tutte le possibili applicazioni nel mondo in cui viviamo, velocizzando i chip dei computer con nuovi materiali e nuovi metodi di memorizzazione superando il sistema binario fino ad arrivare ai chip neuromorfici che simulano il comportamento del cervello che utilizza neuroni e sinapsi.
le grandi multinazionali, le Over The Top come Facebook, Google, Amazon, Apple e Microsoftsono i protagonisti della ricerca su IA e stanno facendoci già vedere alcuni scenari fantascientifici che rivoluzioneranno la vita sociale nei prossimi decenni.
Già esistono e neanche ce ne rendiamo conto che spesso a risponderci ai telefoni di pubblica utilità sono gli Assistenti vocali/virtuali(IA applicata alla neurolinguistica) che prendono il nome di CHATBOT. Man mano che ricevono domande, dati cognitivi e comportamentali dell’utente, riescono a migliorare il loro modo di relazionarsi a tal punto di riuscire a prevedere il comportamento dell’utente stesso.
Un grande settore di applicazione sarà il mondo della Salute dove uno degli obiettivi dell’IA è quello di fare delle diagnosi predittive e suggerire percorsi terapeutici ottimali per il paziente. Nel frattempo i sistemi attuali stanno immagazzinando miliardi di informazioni composte da referti, immagini diagnostiche, esiti terapeutici fino a che un giorno a seguito di un risultato di laboratorio di analisi del sangue un sistema automatico effettuerà la diagnosi e ci prescriverà la terapia più efficace.
Per la pubblica amministrazione saranno sviluppate applicazioni che consentiranno di mettere in relazione tutti i dati rilevati sul territorio (GPS, dati sulla mobilità su cose e persone, sull’ambiente, eventi, riconoscimento facciale, etc.) a vantaggio della sicurezza pubblica fino alla prevenzione di eventi catastrofici e di eventi criminali. Potenti software in grado di riconoscere non solo le facce sospette quanto gli schemi di comportamento che possono essere un segnale d’allarme.
Man mano che assorbono la conoscenza, questi programmi possono accorgersi se qualcuno abbandona una valigia in un aeroporto, se porta con se un’arma o se si aggira con fare sospetto nei pressi di un asilo o di un ospedale.
Una preoccupazione che dobbiamo sfatare è quella che tutte queste automazioni faranno perdere migliaia posti di lavoro: ci sono studi di università primarie a livelli internazionale (cito solo il MIT) che affermano che alla luce di queste nuove tecnologie tutte le aziende dovranno riqualificarsi assumendo nuovo personale sia tecnico che risorse addette al rapporto con i clienti in quanto già sono evidenziate per le aziende pionieri di questo nuovo mondo dell’IA, incrementi delle vendite e degli utili. Naturalmente il connubio etico del lavoratore con l’IA si deve concretizzare anche con possibili riduzione dell’orario di lavoro a parità del corrispettivo ricevuto. Queste ultime considerazioni impongono al mondo politico la necessità di non sottovalutare il fenomeno e di non far passare troppo tempo, che la tecnologia corre ad una velocità doppia di quello che è capace di pensare e realizzare una società anche se altamente evoluta. In conclusione, sottovalutare gli impatti dell’Intelligenza Artificiale è un rischio che non dobbiamo correre e soprattutto creare delle leggi e modalità che non consentano a nessuno di avere il controllo egemone di questi sistemi, quindi nessun monopolio a vantaggio di istituzioni pubbliche o private. La soluzione? Imporre a tutta la comunità che sviluppa applicazioni IA che si utilizzi una programmazione OPEN SOURCE, ovvero le soluzioni software saranno aperte ed accessibile a tutti. Ecco che possiamo riutilizzare i concetti già presentati su questo giornale relativi alla Blockchain. Un sistema che può essere altamente democratico, trasparente ed immodificabile nel tempo, quindi messo al sicuro da manomissioni e falsificazioni. L’IA è un’ opportunità per progettare un futuro migliore, sempre che l’uomo metta al primo posto il benessere e i valori dell’umanità e non l’interesse economico.