Il Forlanini di Roma: “Il Galata Morente” dei nostri tempi

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Il complesso ospedaliero del Forlanini è una struttura mastodontica e nevralgica nel quartiere di Monteverde posta alle spalle della Azienda Ospedaliera del San Camillo de Lellis e nelle immediate vicinanze del Centro della Croce Rossa Italiana di Via Ramazzini e dell’ Azienda Ospedaliera per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

Il Forlanini è per l’appunto intitolato all’ insigne medico italiano Carlo Forlanini, infettivologo e tisiologo, seguace del Maestro Prof. Koch scopritore del micobatterio della TBC e Premio Nobel per la Medicina nel 1905.

Il Forlanini nasce nei primi anni del secolo scorso per le esigenze della cospicua popolazione di pazienti affetti da tubercolosi polmonare, a quell’ epoca molto diffusa e comune in Italia perché legata alla miseria economica, al degrado sociale, alla povertà di abitazioni degne con sovraffollamento abitativo in spazi angusti freddi ed umidi, alla scarsità delle risorse alimentari.

Non a caso il Forlanini nacque come un grande polo specialistico pneumologico e tisiologico a quell’ epoca avveniristico e di grande eccellenza mondiale, in immediata vicinanza dell’ ospedale per le malattie infettive Spallanzani e del del San Camillo. A quell’ epoca non si era ancora manifestato il grande boom dei tumori respiratori polmonari e la esplosione della broncopneumopatia cronica ostruttiva entrambi legati alla epidemia di tabagismo importata nell’ immediato dopoguerra soprattutto dai Paesi anglosassoni.

Il Forlanini fu inaugurato nel 1934 e parzialmente aperto al pubblico, ma venne ulteriormente finanziato e ampliato fino agli anni immediatamente antecedenti la Seconda Guerra Mondiale e poi nell’ immediato Dopoguerra, sulla base della intuizione salvifica del medico Prof. Eugenio Morelli, tisiologo insigne, di creare in Italia una certa serie di sanatori per la cura della TBC: il finanziamento venne da diverse fonti tra cui INPS, le confederazione industriali, lo stesso Morelli, ed altri benefattori.

Il Forlanini nasce per essere del tutto autosufficiente sia dal punto di vista idrico che alimentare ed energetico, secondo i dettami autarchici di quei tempi. Esso contiene una grande cucina, un vasto lago sotterraneo spesso oggetto di esplorazioni geologiche, una cava di tufo poi chiusa per fare posto alla costruzione, due imponenti teatri, un meraviglioso Museo di Anatomia ed Anatomia Patologica, ed uno splendido parco tutto intorno interamente recintato. Purtroppo, nonostante la monumentalità della struttura e la bellezza architettonica il Forlanini fu chiuso definitivamente nel 2015 dalla Regione Lazio (salvo alcuni settori come la Medicina Nucleare), titolare del bene dopo la riforma sanitaria 833 del 1978: purtroppo, attualmente è in condizioni di vistoso degrado architetturale ed edile.

La scarsa valorizzazione del bene (oltre 200.000 mq coperti e vari ettari di parco) ed il suo pericoloso degrado, con alterni periodi di occupazione di senzatetto, prostitute e  tossicodipendenti o sbandati, ha costretto la Giunta Regionale del Lazio a porlo in vendita come bene pubblico per soli compratori pubblici per circa 70 mln euro, valore stabilito dalla Agenzia del Demanio, sentita la Soprintendenza dei Beni Culturali.

Nel 2017 la Regione Lazio, consapevole della importanza e della centralità del Forlanini, ha lanciato una consultazione pubblica online per coinvolgere la popolazione romana circa le nuove finalità pubbliche del bene e nella fattispecie finalità culturali, sociosanitarie, amministrative e di pubblica sicurezza. Nel frattempo si è stimato un valore di spesa per il recupero e il restauro ed il rilancio del Forlanini di almeno 250 mln euro, un capitale non piccolo viste le difficoltà finanziarie attuali, ma sicuramente ben speso data l’ importanza per Roma e per l’ Italia del Forlanini vero simbolo storico ed artistico di luoghi ideali di cura di eccellenza almeno europea.

La Delibera Regionale pubblicizza l’ accordo siglato dalla Regione Lazio con l’Agenzia del Demanio del 2013, “Accordo di collaborazione per le attività di analisi, valutazione, segmentazione, valorizzazione e  razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico della Regione Lazio”.  A tale scopo la Regione si è impegnata a studiare un piano per la valorizzazione del patrimonio immobiliare, finanche alla dismissione. Con le successive Delibere Regionali n. 306/2014 e n.759/2014 il Forlanini è stato inserito negli immobili, insieme al S. Giacomo e al CTO, da vendere.

Il Galata Morente è una meravigliosa scultura bronzea attribuita ad Epigono della corte della dinastia dei sovrani di Pergamo in Asia Minore e datata intorno al 230 a.c. circa e raffigura la immagine di un guerriero con i tratti celtici adagiato per terra e che lotta contro la imminente morte per rimanere aggrappato alla vita. Il Galata Morente è esposto ed ammirabile oggi presso una sala dei Musei Capitolini di Roma. Secondo una definizione di un servizio fotografico realizzato a Monteverde, in una sede romana del “Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni e dei Cittadini – pro Forlanini, Proprietà Pubblica-Bene Comune – si potrebbe ben accostare l’odierna figura del Forlanini proprio al GalataMorente, eroe morente che lotta tenacemente aggrappato alla vita

 

 

Il Forlanini deve vivere, deve rimanere pubblico, deve mantenere il suo tratto prevalente sociosanitario (pur integrato con le modificazioni dei tempi, dato per esempio che la TBC oggi è quasi del tutto debellata) e soprattutto deve rimanere una fondamentale centralita’ pubblica ad uso dei Cittadini, visitabile dalle scolaresche e dai giovani, fruibile nelle sue tante attività anche artistiche. Deve rimanere pubblico. Privatizzarlo, e farlo anche in modo surrettizio, sarebbe un  peccato mortale ed un grave colpo per Roma e per l’ Italia tutta.

 

Dott. Francesco Russo

Medico Chirurgo