Rappresenta ancora il secondo sport nazionale ma, soprattutto nell’ultima decade, il basket al pari di molte altre discipline è sempre più soppiantato in Italia e in primis a Roma dalla massima attenzione che nutre il fenomeno del calcio.
Alimentare e conservare però la passione per la pallacanestro si deve e si può come dimostrano i due protagonisti della nostra chiacchierata, i principali diffusori del basket sul territorio del VI Municipio. Si chiamano entrambi Maurizio e collaborano tra di loro con le rispettive società di appartenenza, Maurizio Quadraroli infatti è il presidente della Pallacanestro Roma mentre Maurizio Di Felici è il capo allenatore delle Frecce Romane, due realtà esistenti già da diversi anni sul territorio.
Partiamo da Quadraroli e dalla sua Pallacanestro Roma, una società con tanti iscritti sia nel maschile che nel femminile, settore in cui nasce proprio la collaborazione con le Frecce Romane.
“L’anno scorso abbiamo compiuto 40 anni dalla nostra fondazione e non ci stancheremo facilmente di diffondere questo sport malgrado i tempi siano cambiati rispetto a qualche anno fa, sia sul piano sociale per le famiglie che su quello legato alla passione per il basket, sempre più oscurato dal calcio. Un discorso che vale anche per le ragazze con il diffondersi sempre più dilagante del calcio femminile, ma le differenze sono anche sotto l’aspetto economico visto che c’è sempre meno gente e quindi meno sponsor disposti ad investire specie al lungo termine”.
Ci descrivi la vostra attività con numeri e strutture?
“Abbiamo diverse categorie giovanili e i centri di minibasket femminile, oltre ad una squadra nella serie B femminile che è in collaborazione con le Frecce Romane e gioca all’Istituto Pertini in via Lentini, mentre gli altri gruppi fanno attività all’istituto Comprensorio di via Poseidone. Abbiamo organizzato in passato anche alcuni eventi riusciti molto bene come quelli a Decathlon di Tor Vergata, oltre ad una bella iniziativa con il Municipio chiamata sblocchi di partenza, dedicata alle famiglie in difficoltà economica che vogliono comunque far giocare i propri figli a pallacanestro”.
A proposito di Municipio, come si muovono le istituzioni nel settore?
“Purtroppo noi, come altre parecchie società, siamo stati penalizzati dall’ultimo bando del Municipio sulla concessione delle palestre, al quale sono passate infatti solo 4 delle 43 associazioni partecipanti. Per fortuna poi il bando è stato rivisitato grazie ad una proroga, ma ormai bisogna fare molta attenzione alle questioni economiche e sociali, come cerchiamo di fare noi che abbiamo anche parecchi ragazzi extracomunitari nei nostri gruppi”.
L’attenzione al sociale e alle difficoltà economiche delle famiglie è una delle questioni prioritarie anche per le Frecce Romane, una società di basket femminile fondata nel 1991 da Alvaro Carboni, come ci spiega il capo allenatore e general manager Maurizio Di Felici.
“Vivendo in un territorio formato da parecchia gente non se la passa così bene, penso sia doveroso andare incontro a quelle famiglie che non si possono permettere di far giocare a basket i propri figli appassionati. Purtroppo anche noi all’inizio siamo stati penalizzati dal bando del Municipio che inizialmente aveva lasciato le palestre vuote, portandoci anche un terzo di iscritti in meno rispetto allo scorso anno”.
Descrivi anche tu la vostre attività sul territorio.
“Oltre alla serie B femminile con la Pallacanestro Roma, abbiamo una cinquantina ragazze iscritte che vanno dalla categoria Esordienti agli Under 18 Elite e operiamo nelle palestre di Torre Angela, Torbellamonaca e Borghesiana. Da qualche anno abbiamo instaurato rapporti di collaborazione con le società di San Cesareo e Grottaferrata, più incentrate sul maschile ma che vogliono far proseguire comunque le proprie ragazze a giocare a basket”.
Quali sono le differenze tra basket maschile e femminile? Com’è la situazione legata alle strutture nel Municipio?
“I numeri parlano chiaro, le ragazze rispetto ai ragazzi preferiscono svolgere attività tradizionalmente femminili come la pallavolo o la danza, quindi bisogna stare attenti a “coccolarle”, così come i genitori che nei confronti delle figlie femmine quasi sempre hanno un senso di protezione maggiore. Per quanto riguarda le strutture sportive, devo dire che il territorio è abbastanza fornito ma ovviamente curiamo noi molti degli aspetti di manutenzione, come mi sembra opportuno fare”.