È polemica tra i cittadini romani: ora che si può tornare a passeggiare nelle aree verdi capitoline, più che oasi sembrano scenari apocalittici.
Pare proprio che durante i due mesi di lockdown non ci sia stata manutenzione nei parchi e nelle ville storiche della Capitale, nemmeno a ridosso dei DPCM che hanno permesso agli italiani di tornare a respirare un po’ di libertà e normalità.
Come ben sappiamo dal 4 maggio, ma soprattutto dal 18, si sono allentate le misure restrittive che ci hanno tenuti a casa nei mesi di marzo e aprile, concedendoci di uscire di casa anche per prendere una boccata d’aria. In vista del bel tempo, in tanti hanno deciso di approfittarne per passeggiare nel verde ma la situazione che si è presentata dopo la quarantena non è delle migliori tra erba incolta e rifiuti ovunque.
Le aspettative dei romani sono state deluse dal momento in cui la sindaca Virginia Raggi durante la chiusura aveva promesso operazioni di manutenzione ed interventi di pulizia, sfalcio e potatura delle piante in occasione della riapertura. A tal proposito bocciatissima la giunta grillina a capo di Roma.
Anche per quanto riguarda i lavori già in opera prima dell’arrivo dell’emergenza Coronavirus non ci siamo proprio: il parco Nemorense sito nel quartiere Trieste rimane fermo ed il cantiere chiuso, area verde serrata dall’11 novembre 2019.
L’assessora all’ambiente Laura Fiorini ha provato a giustificare quanto lamentato dai romani spiegando che parte del personale dedito al mantenimento e alla custodia dei giardini e delle ville storiche durante il lockdown, soprattutto durante la Fase 1, fosse impegnato nella pulizia delle strade, mentre per quanto riguarda le ditte esterne fossero stati sospesi gli interventi.
Oltre ai cittadini si sono aggiunti anche i comitati di quartiere ed i rappresentanti delle delle