Al Teatro India “Il canto dei giganti”, tra musica e intrecci pirandelliani

14

“I Giganti della montagna” è l’ultimo testo di Luigi Pirandello. È un’opera piena di sogni, magie, visioni, suoni, musiche e fantasmi. Un arsenale delle apparizioni che rispecchia tutto il potenziale dell’immaginario creativo dell’autore. È anche un testo incompiuto in cui Pirandello racconta la sua grave crisi di uomo e teatrante. Dal 2 al 12 maggio sarà in scena al Teatro India lo spettacolo “Il canto dei giganti”, un progetto di e con Manuela Mandracchia e Fabio Cocifoglia, che prende in prestito la crisi dell’autore per raccontare “la nostra crisi di uomini e teatranti – spiegano i registi -. È un sogno visionario e musicale che nasce dall’intreccio di vari testi di Pirandello (tra cui le novelle “Il figlio cambiato” e “Colloqui con i personaggi”, il testo teatrale “I Giganti della montagna”, il libretto dell’opera “La favola del figlio cambiato”). È un viaggio sonoro affidato alla sapienza musicale di Mario Crispi, Mario Rivera e Chiara Minaldi che rielaborano la tradizione musicale siciliana e del Mediterraneo con la musica elettronica”.

È anche un racconto onirico che si sviluppa attraverso le fotografie di Letizia Battaglia e Shobha e i contributi video di Pippo Zimmardi, nati da un laboratorio teatrale svolto nella Real Casa dei Matti di Palermo. La trama è la seguente: “Al centro della nostra storia c’è una compagnia di attori e musicisti che sta provando ‘La favola del figlio cambiato’. C’è uno scrittore in piena crisi che vorrebbe dimettersi da tutto e un’attrice ossessionata dall’idea che la poesia possa salvare il mondo. E poi gli Scalognati: una corte dei miracoli, donne e uomini puri, segnati nel corpo e nella mente, reietti poeticissimi, figli cambiati, che ci obbligano a fare i conti con la nostra parte deforme e folle”. Lo spettacolo dura 1 ora e 40 minuti. La produzione è Casa del Contemporaneo, Teatro di Roma – Teatro Nazionale.