Il concetto di razza e razzismo non ha fondamento scientifico: conferenza presso l’Università di Tor Vergata

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A Tor Vergata, facoltà di lettere e filosofia, in occasione dell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali è andata in scena una conferenza sul tema della Razza e del Razzismo.  L’incontro, al quale sono stati presenti numerosi studenti e professori, è stato aperto dal Magnifico Rettore Giuseppe Novelli. Il prof.re Novelli, con il suo intervento, ha voluto far capire ai ragazzi che il tema della razza è “un’invenzione del razzismo” giustificato dalla storia per motivare la supremazia di una élite rispetto ad un’altra. Il rettore, da uomo di scienza e medicina, ha tenuto a sottolineare che non esiste alcuna dimostrazione scientifica al supporto del concetto di razza, anzi i dati contemporanei provano che la diversità tra il DNA degli esseri viventi, sulla faccia della terra, sia in percentuale millesimale e afferma che “se andassimo ad analizzare potrebbe esserci più differenza di DNA tra gli studenti in questa stanza rispetto ad un ragazzo africano e uno di Roma”.

Il rettore non poteva non citare lo scienziato italiano, genetista e antropologo, Luigi Cavalli Sforza.In particolare lo scienziato ha incentrato le sue ricerche sulla genetica delle popolazioni e sulle migrazioni dell’uomo in termini di evoluzione umana. Sforza fu un acerrimo nemico del concetto di razza applicato agli esseri umani e dichiarò nel 1994 “che la classificazione degli umani è una sciocchezza”. Oggi – ha sottolineato il rettore – la pericolosità è data dal fatto che queste idee di razzismo, basate su di una strumentalizzazione dell’individualità biologica, stanno tornando di moda.

Il concetto di razza applicato agli esseri umani non è supportato scientificamente. Ciò di cui si può parlare è la variabilità biologica quindi la variabilità fenotipica, la diversità di ciò che vediamo: il colore della pelle piuttosto che il taglio degli occhi ad esempio. Ma queste variazioni non implicano diversità di DNA. Chi si esprime sul razzismo lo fa dunque politicamente. La natura dell’uomo è quella di conoscere e per conoscere deve suddividere, classificare e diversificare. Gli interventi che sono seguiti successivamente durante la conferenza, da parte della Professoressa Simona Foa, della Professoressa Lucia Ceci e dei genetisti Prof.ssa Olga Rickards e Prof.re Gianfranco Biondi, hanno mostrato come antropologicamente e storicamente siano nati e succeduti fenomeni di razzismo. Già gli Egiziani usavano catalogare alcune “razze” di esseri umani, nella Bibbia si assiste a suddivisione per ordini razziali, nel XVII secolo dopo la scoperta dell’America comincia un tipo di categorizzazione continentale dell’uomo: asiatico, americano, europeo etc. Negli anni del rinascimento, alla classificazione fisica si aggiunge quella comportamentale e la fisiognomica che si assurge la capacità di dedurre i caratteri psicologici e morali di un individuo dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto.

Impossibile non citare la pagina tra le più nere della storia dell’uomo: l’Olocausto, il genocidio perpetrato ai danni degli ebrei da parte della Germania Nazista. Anche l’Italia, con le leggi razziali promulgate nel 1938, fu protagonista negativa della morte di milioni di persone, anche italiani stessi, per motivi razziali.

Gli studenti che hanno partecipato alla conferenza hanno ricevuto una bella giornata educativa che ha dato loro basi fondamentali per sostenere che il razzismo sia una bufala, potremmo dire sia una fake news utilizzando il gergo millennial. Questi ragazzi potranno fare tesoro degli insegnamenti ricevuti e portarli nella società, dove ce n’è bisogno. Come hanno dimostrato gli interventi dei professori relatori, ci sono sempre state persone e realtà pronte a sostenere il concetto di differenza razziale basato sulla superiorità per farne una prevaricazione. Oggi la fiamma del razzismo arde nuovamente, non si è mai sopita proprio come un vulcano dormiente e attivo è sempre pronto ad eruttare. È essenziale dunque che l’università continui a promuovere giornate di questo tipo per formare giovani ragazzi che saranno il futuro della nostra società.