Pacchi bomba nel Lazio, i casi salgono a nove

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Sale a nove il numero dei pacchi bomba spediti nel Lazio negli ultimi dieci giorni, tre le persone che sono rimaste lievemente ferite. Tutte le buste sono state confezionate dalla stessa mano con lo stesso meccanismo esplosivo artigianale, in grado di procurare qualche ferita ma non di uccidere. Sul caso stanno indagando i carabinieri del Ros e del nucleo investigativo e i poliziotti della Digos. Tra le piste seguite c’è anche quella anarchica antimilitarista.

Le ultime quattro buste sono state consegnate ieri, la prima ad uomo di 37 anni di Fabrica di Roma, un’altra è stata intercettata nell’ufficio postale di Ronciglione e altre due sono state segnalate nei centri di smistamento di Fiumicino e Tivoli.

Negli scorsi giorni a ricevere i pacchi esplosivi erano stati un uomo di 54 anni che lavora come portiere in un palazzo a Ponte Milvio e che abita a Palombara Sabina e un altro uomo residente in via Cardinal Sanfelice all’Aurelio. In entrambi i casi i destinatari si erano allarmati e avevano avvertito i carabinieri prima dell’apertura delle buste.

Vittime dei primi tre casi invece sono state tre donne. La prima destinataria della busta esplosive era una ex dipendente dell’Università Tor Vergata, il plico però è esploso quando ancora si trovava al centro di smistamento di Fiumicino  e aveva ferito una addetta al servizio, la seconda un’esperta di biotecnologie che lavorava all’università Cattolica del Sacro cuore e l’ultima una dipendente Inail, residente nella zona del Nuovo salario che ha riportato ferite lievi.