Le mappe delle disuguaglianze – Prima parte

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Papa Francesco ha detto “la società si vede meglio dalle periferie…”

Nelle periferie, gli effetti della pandemia prodotti dal Covid e i cambiamenti sociali degli ultimi anni rischiano di innescare una delle maggiori crisi economiche della storia . Roma, per le sue caratteristiche territoriali con 1290 KM quadrati di estensione e i suoi 3 milioni di abitanti, che superano i 5 milioni considerando i non residenti, aggrava diseguaglianze già presenti e spinge nuove sacche di popolazione in povertà.

Una città a due facce, per servizi e opportunità, dove secondo i dati rilevati dalle tabelle Istat, la percentuale di laureati è del 38% nei quartieri del centro e scende all’8% in periferia. Emerge peraltro, che i servizi quali: scuole, biblioteche, teatri, cinema sono più numerosi nelle zoni centrali e scarseggiano in molte aree fuori dal raccordo. Keti Lelo, ricercatrice in Economia all’Università Roma 3, con Salvatore Monni, professore di Economia dello Sviluppo a Roma 3, e Federico Tomassí, economista all’Agenzia per la coesione territoriale, hanno raccolto, aggregato e analizzato questi dati, realizzando delle mappe , che hanno la caratteristica di evidenziare il gap sociale tra centro e periferia della città.

In pratica registrano il divario, soprattutto in termini di opportunità. Salvatore Monni, intervistato dalle Iene nella trasmissione andata in onda il 5 Novembre racconta: “A Roma nascere in un quartiere piuttosto che in un altro significa essere più educato, avere più probabilità di essere occupato, avere più probabilità di avere un asilo nido vicino casa, avere più o meno probabilità di avere una famiglia disagiata”.

Nascere in una zona piuttosto che un’altra in realtà, rischia di segnare il futuro di un ragazzo o una ragazza. Monni, nel libro“ Le mappe della disuguaglianza” edito da Donzelli, ha cristallizzato la situazione, in una serie di mappe che rappresentano una geografia sociale metropolitana. C’è una parte della città, che sembra dimenticata, dove l’indice di sviluppo umano, ossia la possibilità di allargare le proprie scelte e di realizzare i propri sogni è molto limitata rispetto ad altre zone di Roma.

Il valore, registrato da un indice sintetico che oscilla tra 0 e 1 indica maggiori opportunità quanto più il valore si avvicina a 1, al contrario minor sviluppo umano quando il valore si avvicina a 0. “Questo indice è utilizzato per misurare la differenza tra paesi ricchi e poveri. Stati uniti, Norvegia, Paesi del Nord Europa, sono sopra ad un livello pari 0,8 mentre i paesi dell’Africa centrale e i paesi del Sud Asiatico sono sotto i livelli di 0,5” dichiara Monni.