Tor Bella Monaca, rogo di cassonetti contro Don Coluccia

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Rogo di cassonetti mentre don Antonio Coluccia stava partecipando a una iniziativa per la legalità. È accaduto a Tor Bella Monaca, dove la scorsa estate il sacerdote aveva subito un’aggressione e dove, da tempo, è attivo nel portare di persona il suo messaggio contro le mafie e lo spaccio. L’episodio lo ha denunciato il presidente del VI Municipio delle Torri, Nicola Franco (FdI): “Abbiamo posto un Bambino Gesù e qualcuno ha appiccato il fuoco ai secchioni dell’immondizia che erano nelle immediate adiacenze”. Arrivano i Vigili del fuoco, spengono le fiamme. “Non saranno queste intimidazioni a fermare l’opera di don Coluccia – continua Franco -, né riusciranno a fermare la volontà di questa amministrazione di mettere in campo qualsiasi strumento per fermare i quattordici clan mafiosi che lavorano sul territorio”.

“Ho pregato per loro e li ho affidati alla Madonna”. Queste le prime parole di don Antonio Coluccia a due giorni dalle minacce ricevute. Evidentemente questa nostra attività non andava bene”, aggiunge, ricordando che nel quartiere sono attivi 14 clan e 13 piazze di spaccio. “Non c’è Vangelo senza rischio e non c’è rischio senza Vangelo”, prosegue don Coluccia che con la sua preghiera e con il suo inseparabile megafono ha bloccato per alcune ore lo smercio di droga, procurando un danno economico alle consorterie che gestiscono il giro. Secondo il religioso è impossibile restare spettatori: “Non si può giustificare lo spaccio in un territorio, la droga è l’Eucarestia di Satana”. Ecco perché non si arrende al sogno di riportare la normalità a Tor Bella Monaca. “Continuerò ad annunciare il Vangelo non soltanto al Tor Bella Monaca, ma anche in tutti i quartieri della periferia dove ci sono tante persone oneste che hanno bisogno di vicinanza – assicura – E posso dire che anche con l’aiuto di volontari e gente del posto ci stiamo organizzando per cercare di rafforzare sempre di più questi momenti di preghiera”.