Una ventina di persone, tra attivisti e parenti dei detenuti, hanno manifestato questa mattina davanti al carcere di Rebibbia. E’ stato organizzato un presidio non autorizzato per protestare contro la sospensione dei colloqui, dovuta alle direttive anticontagio, e per le condizioni dei carcerati. Sul posto sono intervenuti dli agenti del commissariato San Basilio e la Digos, diciotto sono state le persone condotte in commissariato e, di queste, tredici sono state multate per la violazione delle norme per il contenimento della diffusione del coronavirus. Ora rischiano anche una denuncia per manifestazione non preavvisata.
I manifestanti hanno anche inviato una lettera ai vertici del carcere di Rebibbia, ricordando che “bisognerebbe fare uscire circa diecimila detenuti per raggiungere la capienza massima all’interno degli istituti di pena”. La speranza è che “si prenda in considerazione con serietà la situazione all’interno delle carceri e che, grazie alla Pasqua, prevalga un sentimento di compassione rispetto a quello di vendetta”. Durante la protesta sono stati scanditi slogan e distribuiti volantini per chiedere l’apertura delle carceri. A preoccupare i parenti dei detenuti, che non hanno più avuto colloqui con i propri cari dall’inizio della pandemia, è che si possa verificare all’interno dei penitenziari una situazione simile a quanto accaduto nelle residenze per anziani.