All’interno dell’Istituto Penale per Minorenni di Roma, da novembre 2024, ha preso forma “Anima Liber – fiabe in figure animate”, un progetto artistico e performativo che ha coinvolto direttamente i ragazzi detenuti in un laboratorio di scrittura, musica, animazione e teatro di figura. Un’esperienza che ha dato vita a opere originali cariche di significato, espressione di un percorso collettivo di introspezione e narrazione personale. Cuore del progetto è stato il videoclip musicale “Oro nelle cicatrici”, un brano inedito scritto, cantato e animato interamente dai ragazzi dell’IPM di Casal del Marmo. Il lavoro ha preso avvio dal tema “Cicatrici”, proposto dal CURAE Festival — primo festival nazionale dedicato a teatro, giustizia minorile, mediazione e giustizia riparativa, svoltosi a Pontremoli dal 6 al 10 maggio 2025, che ha visto la partecipazione di istituti penali per minorenni di tutta Italia. Il videoclip è nato grazie al supporto del rapper Kento, attivo da anni nel lavoro educativo attraverso la musica, e alla collaborazione di Carmine Luino, regista e illustratore, che insieme a Francesca Rotolo, ha guidato i ragazzi nella progettazione e realizzazione delle illustrazioni animate. Le parole del brano raccontano storie personali di errori, privazioni e affetti lontani, trasformando in poesia la durezza della quotidianità detentiva. La componente visiva del videoclip traduce in immagini il racconto musicale, attraverso disegni animati realizzati direttamente dai partecipanti. Ad arricchire il progetto, la performance animata “Sangueblu, ehi Sangueblu”, realizzata con puppet, fondali e oggetti scenici creati dai ragazzi e utilizzati per costruire brevi sketch teatrali. Racconti collettivi che riflettono con sensibilità e sguardo personale sulla vita quotidiana in carcere, tra fragilità, memorie d’infanzia e desiderio di futuro. A unire idealmente questo percorso a quello parallelo condotto presso la Casa Circondariale di Cassino è una fiaba indiana: la storia di un ragazzo che, per ogni gesto d’ira, pianta un chiodo su una tavola e, ogni volta che riesce a chiedere scusa, lo toglie, lasciando però il segno. Una metafora potente delle ferite che ci portiamo dentro e della possibilità di trasformarle in consapevolezza. Il progetto verrà presentato domani 27 giugno alle ore 15,30 all’interno dell’IPM di Roma, in un evento riservato ai ragazzi detenuti con un intervento di Sasà Striano. Un’occasione preziosa per restituire ai giovani partecipanti il valore del percorso compiuto, dando voce e forma a emozioni e ricordi, in un linguaggio artistico che supera le sbarre.