Dopo un anno esatto di lavoro è stata ufficialmente annunciata la fine delle riprese di “Gomorra – Le origini”, l’attesissimo prequel dell’epica serie crime Sky Original tratta dall’omonimo bestseller di Roberto Saviano. Ci troviamo in una Napoli che non c’è più, quella degli anni ’70, segnata dal contrabbando di sigarette e dai ragù che cuociono per ore. Pietro Savastano è solo un ragazzo figlio di nessuno, non è ancora Don Pietro. Insomma si riavvolge il nastro di una storia che parla di camorra, sì, ma che rispetto alla serie originale si sofferma anche sulle risate, sulle ambizioni, sulla perdita dell’innocenza. “Non è un’operazione di marketing, spin-off, prequel, fatta solo perché c’è un marchio che funziona. Abbiamo deciso di farla perché è un altro racconto”, ha spiegato Nils Hartmann, vicepresidente esecutivo Sky Studios per l’Italia. “Gomorra – Le Origini” è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Cattleya, e arriverà in esclusiva su Sky e in streaming su NOW a gennaio 2026, ma sono già in fase di scrittura la seconda e la terza stagione. Le sceneggiature sono di Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Marco D’Amore. La regia è di Marco D’Amore (episodi 1-4) e Francesco Ghiaccio (episodi 5-6). Gli intrepreti sono tutti, o quasi, esordienti. Ravagli racconta che le ricerche degli attori sono durate sei-sette mesi, girando in tutte le scuole, grandi e piccole, di cinema e di teatro di Napoli e provincia. A interpretare Pietro Savastano è Luca Lubrano, un giovane attore di soli 16 anni. Un’attenzione particolare è stata riservata ai costumi e alle scenografie, ricostruendo una Napoli lontana nel tempo. Oltre 300 mezzi di scena dell’epocat ra Porsche, taxi gialli, Mustang e motorini Ciao sono stati recuperati da collezionisti privati. “Abbiamo cercato il più possibile di riprodurre quel mondo tra la nascita delle Vele di Scampia, foraggiata dalla Cassa del Mezzogiorno, e una zona rurale e abbandonata in cui si viveva in profonda povertà” dice D’Amore, che spiega che è in quel contesto che viene intercettato Pietro Savastano “nella fase dell’adolescenza in cui si ha il diritto di sognare anche se non si hanno i mezzi”.