Giovanni Scifoni sarà dal 2 al 3 ottobre al Teatro Brancaccio con “Frà”, San Francesco, la superstar del Medioevo di e con Giovanni Scifoni. Musiche originali di Luciano Di Giandomenico. La regia è di Francesco Brandi. “Come si fa a parlare di San Francesco D’Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti?”. Si domanda Scifoni che si interroga su cosa avesse di speciale il Santo. “Aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle Chanson de Geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo. Il 24 dicembre 2023 abbiamo celebrato gli 800 anni del presepe di Greccio, la più geniale (e più copiata) invenzione di Francesco, ma all’epoca non c’era la Siae”. Il monologo, orchestrato con le laudi medioevali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull’enorme potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura di Francesco, percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte. “Francesco sapeva incantare il pubblico, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare. Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare. E neanche il pubblico potrà scappare da questo finale, incatenati sulle poltrone del teatro saranno costretti anche loro ad affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non siamo immortali”.