A volte i libri si scelgono per la copertina, a volte per il titolo. “La cassetta delle lettere per i cari estinti” rientra in questo secondo caso, perché incuriosisce. È l’ultimo romanzo di Lorenza Stroppa, edito da Mondadori. Come ha raccontato l’autrice alla presentazione milanese del libro (nella libreria Ubik Lorenteggio), lei stessa si è lasciata incuriosire da questa “cassetta”, in cui si è imbattuta leggendo un libro, “Lux”, di Eleonora Marangoni, che racconta di un albergo del Sud Italia, rimesso in funzione, dove “uno dei protagonisti ha una collezione di oggetti strani” a cui Marangoni dedica una pagina e mezza del libro. Tra tutti questi oggetti c’è anche una cassetta delle lettere per la corrispondenza con i cari estinti. Una cassetta che colpisce Stroppa, al punto tale che le ispira il racconto e il titolo del suo romanzo. La stessa Marangoni si è detta contenta di questo “gemellaggio” letterario. Dal canto suo, Stroppa pensa che gli autori siano come dei “ladri, ascoltano conversazioni, carpiscono frasi dalla televisione, dai libri, dalla radio, dai film – racconta -. Nel mio caso mi sento una gazza ladra, dove c’è la promessa di una storia la rubo, la segno nel taccuino virtuale”. Stroppa annota frasi, idee, ricordi che pensa le possano servire per generare storie. Poi lascia che il tempo “faccia da setaccio” e le idee che la “tormentano” lascia che diventino “una storia”. E così a quella cassetta delle lettere Stroppa ci mette “una serratura e un custode”. Il custode si chiama Arturo ed è il protagonista del racconto. Fa il professore di scuola media, ma non solo. Arturo ha una particolarità, aggiusta tutto con oggetti di recupero e crea. L’intento? Quello di meravigliare, di far sorridere piuttosto che quello di creare oggetti “efficaci”. A causa della sofferenza provocata da un lutto gli viene l’idea di costruire una cassetta delle lettere per chi non c’è più. Uno scrigno a cui affidare le parole che non siamo riusciti a rivolgere alle persone che amiamo. Un gesto che si compie per “accompagnare qualcuno, per mettere un punto a situazioni sospese”. Nella cassetta ci sono lettere di tutti i tipi, anche di rabbia e di cose non dette. Arturo dovrebbe distruggere le lettere, in base alla regola che lui stesso ha creato, invece le legge. In questo modo entra nel dolore altrui, spiega l’autrice, che diventa “un modo per sciogliere il proprio”. Finché non si imbatte in tre eventi sorprendenti. Arturo, assieme al suo cane Napoleone, non sono gli unici protagonisti del romanzo. C’è Clara, giornalista con la sua storia legata alla morte del padre Gustavo, il cui corpo viene ritrovato in condizioni misteriose. C’è Gabriele, alunno ripetente di Arturo, un po’ sbruffone, ma leggendo il libro si scoprirà che ha i suoi buoni motivi per esserlo. E Arturo che è un professore attento, si accorge del suo malessere. I tre eventi che lo colpiscono sono la scomparsa di Gustavo, l’apparizione nella Cassetta della lettera scritta dalla figlia di Gustavo e l’improvviso cambiamento nella condotta in classe di Gabriele. Tempo, pazienza e lo zampino di Napoleone faranno intravedere ad Arturo la sottile linea che unisce i tre avvenimenti, intuendo che forse la soluzione di tutto potrebbe arrivare proprio grazie alla Cassetta delle lettere per i cari estinti, che si rivela “terapeutica”. Arturo aggiusta oggetti che diventano doni, perché fanno riflettere, “fanno uscire dal seminato che scivola nel terreno della poesia”.
Lorenza Stroppa è nata a Pordenone, dove vive. Ha scritto su quotidiani e riviste e, in qualità di ufficio stampa e di organizzatrice eventi, ha collaborato con enti e associazioni del Triveneto. Tiene corsi di scrittura per ragazzi e adulti e lezioni di editing per la Scuola del Viaggio, l’associazione Bottega Errante e l’Università di Udine. E’ docente di editoria turistica al Master in Editoria dell’Università Cattolica di Milano. Da più di vent’anni lavora come editor per la casa editrice Ediciclo. Ha tradotto diversi libri dal francese e dall’inglese, ha scritto (a quattro mani con Flavia Pecorari) la trilogia urban fantasy Dark Heaven, edita dal 2012 al 2014 da Sperling & Kupfer e pubblicata con lo pseudonimo Bianca Leoni Capello, La città portata dalle acque (Bottega Errante Editore, 2017), Da qualche parte starò fermo ad aspettare te (Mondadori, 2020) e Cosa mi dice il mare (Bottega Errante Editore, 2022, vincitore del Premio Marincovich per la cultura di mare, sezione Narrativa). Una curiosità emersa durante la presentazione, a Milano la cassetta per scrivere a chi non c’è più esiste davvero. Il suo nome è Iniziativa Alstones, è stata inaugurata il 4 aprile del 2024 e si trova nel giardino dell’associazione L’amico Charly. Come si legge sulla pagina Instagram si tratta di “una Speciale cassetta ove inviare lettere per coloro che non sono più fisicamente, qui con noi (parenti, amici, animali). Un viaggio tra due Mondi attraverso la scrittura”. Nasce da una idea di Maria Ferraro Bianchi psicologa e psicoterapeuta. Se le lettere vengono lasciate aperte vuol dire che si vuole che siano raccolte e lette, se sono chiuse allora vengono bruciate secondo il rito della cerimonia del fuoco. L’iniziativa ha avuto una durata di dodici mesi. Si è conclusa il 4 aprile del 2025. L’associazione L’amico Charly ha scelto di mantenere la cassetta delle lettere speciali e, come si legge in un post su Instagram, “quindi è possibile che si terranno altri progetti in futuro, legati all’iniziativa”. Una cassetta delle lettere a chi non c’è più, sembra che esista anche a Oxford. Così è stato detto durante la presentazione del libro.