Grande partecipazione della cittadinanza ai primi Stati Generali degli Orti Urbani, organizzati dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale con la collaborazione della Commissione Capitolina Ambiente e il supporto della rete Liberi Orti in Comune. L’evento si è aperto con gli interventi istituzionali del Sindaco Roberto Gualtieri, dell’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, della Presidente del municipio IX Titti di Salvo e del Presidente della Rete Liberi Orti in comune Andrea Messori. Sono seguiti cinque panel tematici sul ruolo del Terzo Settore, i Patti di Collaborazione, le politiche del Cibo, didattica e formazione, biodiversità e apicoltura. Infine, uno spazio dedicato all’ascolto delle istanze provenienti dagli ortisti, con l’intenzione di rafforzare sempre di più il ruolo sociale che gli orti urbani svolgono all’interno della comunità. “Quella degli Orti Urbani è una realtà importantissima della nostra città, di cui tutti dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi, soprattutto perché è un’eccellenza riconosciuta anche a livello europeo, una dimostrazione concreta della forza del legame fra terra e comunità. Roma è unica da questo punto di vista perché una parte predominante del territorio cittadino è verde e agricola, spesso anche inserita nella realtà urbanizzata. Come amministrazione sosteniamo con forza tutte le iniziative che esaltano questa unicità di Roma e voglio ringraziare tutte le realtà legate a questa esperienza come anche l’assessora Alfonsi per un lavoro fondamentale per far compiere alla capitale un salto di qualità decisivo dal punto di vista ambientale e della partecipazione democratica”, ha dichiarato il Sindaco Roberto Gualtieri. “È bellissimo vedere una così ampia partecipazione: cittadini, associazioni e istituzioni uniti per la valorizzazione degli orti urbani come beni comuni. Con questi primi Stati Generali degli Orti Urbani aggiungiamo un tassello alla valorizzazione dell’agricoltura in città, un punto di partenza per tutto il lavoro che comincia da qui in poi riguardo le realtà orticole, con il Regolamento come strumento e le energie collettive come volano di crescita per nuove e più ampie comunità solidali, ecologiche, educanti” ha dichiarato l’Assessora Alfonsi. “Inoltre, oggi possiamo annunciare che a Roma, nell’area dell’ex complesso di Santa Maria della Pietà nascerà il più grande parco di orti urbani d’Europa, grazie a un progetto in collaborazione con la Città Metropolitana, che vedrà la creazione di circa 350 spazi coltivabili. In più, abbiamo l’obiettivo di mettere a bando entro il 2025 le prime terre pubbliche da destinare ad orti urbani comunitari” ha aggiunto Alfonsi. “Oggi abbiamo raccolto il lavoro fatto in questi anni per condividerlo con la cittadinanza: è stato un cammino durato tre anni, fatto di confronto e dialogo con le comunità di ortisti e culminato nel Regolamento degli orti urbani votato in Assemblea Capitolina il 25 ottobre 2024. Il nuovo atto è andato di pari passo con il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, votato anch’esso in Assemblea Capitolina nel maggio del 2023, che ci ha permesso di compiere un passo ulteriore, per arrivare a questo nuovo atto che punta su patti di collaborazione e gestione condivisa. Oggi gli orti urbani di Roma diventano orti comunitari e la loro valenza si arricchisce del significato di Bene comune, un bene strettamente legato al territorio e alla comunità” ha concluso Alfonsi.
“La storia degli orti urbani a Roma parte da lontano, dagli orti di guerra, nati per necessità e per fame. Una storia che è cambiata molto ed è poi divenuta recupero e cura collettiva di uno spazio abbandonato e spesso martoriato dai rifiuti. Nel 2011 gli orti urbani di Roma hanno iniziato un percorso di autoregolamentazione, chiedendo a gran voce di uscire dall’illegalità. Il nuovo regolamento degli orti urbani aggiunge appunto la parola ‘comunitari’, racchiudendo tutta la tradizione di spontaneità, tutto il presente di azione civica e tutto il futuro di una cooperazione sinergica tra società civile e istituzioni”, ha dichiarato Andrea Messori della rete Liberi Orti in comune. “L’orto urbano cresce se si lavora insieme, perché un territorio diventa comunità quando crea reti e legami che sviluppano relazioni, provando a costruire piccoli e grandi benicomuni” ha sottolineato l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, Barbara Funari, durante il suo intervento nel Panel 1 “Runts e Orti Urbani Comunitari”. “È un lavoro importante – ha continuato Funari – perché sappiamo di vivere in una società con tante solitudini e fragilità che necessitano di importanti investimenti socio-relazionali. La realizzazione e la gestione di un orto urbano non è dunque esclusivamente un intervento di cura del verde e dell’ambiente, ma diventa un modello comunitario con valenza sociale. L’ orto urbano può essere, ad esempio, un luogo dove costruire progetti di dialogo intergenerazionale, dove nonni e nipoti potrebbero trovare momenti di incontro con scambi di esperienze. L’ assegnazione di un lotto può essere fatta anche ad associazioni che si occupano di persone con disabilità o di progetti per migranti, senza dimora etc. I servizi del Dipartimento Politiche Sociali potrebbero avere occasioni per attivare percorsi relazionali con il territorio. Il sistema dell’orto può prevedere anche punti di informazione per intercettare il disagio sociale, in rete con il segretariato sociale del Municipio, come previsto anche dal nuovo Piano Sociale di Roma Capitale che sottolinea proprio l’importanza di una diffusione delle ‘antenne’ sociali nel territorio”.