Sospendere nell’anno del Giubileo gli sfratti, partendo da quelli per morosità incolpevole che sono l’85% del totale. A proporlo il direttore della Caritas di Roma Giustino Trincia nel corso della presentazione del Rapporto “Tra indifferenze e speranze, la povertà a Roma – un punto di vista”, presentato nella Sala Poletti di Palazzo Lateranense. Indicazione condivisa anche da Baldassare Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Alla presentazione del documento, giunto alla settima edizione, hanno preso parte il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il sindaco Roberto Gualtieri e mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare nell’ambito della diaconia della carità. “Accolgo l’appello della Caritas e lo faccio mio. Mi farò portavoce, insieme al Prefetto, nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti”. Così il sindaco Roberto Gualtieri, durante il suo intervento. Il primo cittadino ha ricordato come la misura sia stata adottata durante il Covid auspicando, in tal senso, un atto normativo. Parole condivise anche dal Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca che ha parlato anche di un contributo regionale per l’affitto. In primo piano dunque la necessità di trovare soluzioni tecniche alla povertà abitativa, con una comunione di intenti tra lo Stato e gli enti locali perché la priorità e la massima urgenza restano quelle di tirare fuori dalla strada i troppi che vi vivono. Parlando di dati, secondo il rapporto 2024 la quota di persone a rischio di povertà a Roma è del 12,7% mentre raggiunge il 20,1% nel totale nazionale. Nella Capitale le persone che vivono in famiglie con problemi legati alla difficoltà a sostenere spese impreviste o periodi di ferie, con arretrati per il mutuo o l’affitto, con alimentazione o riscaldamento dell’abitazione inadeguati, con difficoltà a spendere per esigenze personali rappresentano il 3,1% del totale, contro il 4,5% della media nazionale. La percentuale di persone che vive in famiglie che dichiarano di arrivare a fine mese “con grande difficoltà” è il 3,5% del totale. Mentre sono circa il 30% i nuclei che vedono un peggioramento della propria situazione economica rispetto all’anno scorso.