di Luisa Di Maso
Instagram @luisa.di.maso
La paura, a volte, pone limiti alle scelte. È più semplice procrastinare le decisioni anche quando queste sono urgenti e necessarie. Lasciare le cose come stanno è di per sé una scelta che risparmia, tuttavia, il rischio del fallimento ma anche delle conseguenze temibili che sempre sono in agguato, soprattutto quando prendere posizione comporta grossi rischi.
In questo prezioso libro si susseguono otto storie di donne che in un determinato momento della loro vita hanno scelto di superare la paura e con coraggio si sono esposte e opposte: hanno abbattuto muri, abuso di potere, pregiudizio. Alcune di loro conosciute ai più, altre meno note, tutte protagoniste di esperienze significative, belle da raccontare e tramandare. Ma un libro così è solo per femmine? No! Scrive l’autrice nell’introduzione.
“Però è vero che le donne rispetto agli uomini, hanno abitato una casa differente dentro la Storia. Nel nostro paese c’era un tempo in cui le donne erano persone con meno diritti. Non avevano diritto di voto. Non avevano diritto a vedersi riconosciuta giustizia se venivano violentate. Non avevano, di fatto, il diritto allo studio. Non avevano diritto di scegliere un futuro per i propri figli. Non avevano diritto di esprimersi sulla loro vita, non potevano scegliere. Non parliamo di secoli fa. Il diritto di voto alle donne risale al 1946. Poco più di settant’anni fa. E la legge che riconosce lo stupro come reato contro la persona, e non contro la morale pubblica, è del 1996. Ieri.”
Chi sono le donne di cui si racconta? Margherita Hack, prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio Astronomico, Denise Garofalo cresciuta dalla madre e insieme a lei costretta a spostarsi da un luogo all’altro perché sottoposte a un programma di protezione.
“Me li ricordo i tuoi occhi in quel periodo. Buchi neri, mamma. Pozzi profondi dove andavo a cercarti. E alla fine trovavo… me (…) Allora mi arrivava la tua forza dentro quel luccichio inquieto degli occhi che non ti avevano ancora spento. Non hai sbagliato, mamma, a portarmi via. Io oggi sono te. Mi dicono che sono coraggiosa perché come te ho avuto la forza di rinnegare il male che sta dentro ai vermi. Ma io non sono coraggiosa. Ho paura, tanta. Però non ho scelta, il mondo che mi avevi promesso quando ero bambina esiste, esiste anche per me, e tu non me lo perdoneresti se gli voltassi le spalle”.
Franca Viola che rifiutò il matrimonio riparatore che doveva seguire alla violenza subita, e un’altra Franca, Rame di cognome, che venendo da una famiglia di teatranti aveva nel sangue il mestiere di attrice.
“Attori girovaghi, però. Nomadi. Come il teatro di Franca e della sua famiglia, che aveva le finestre di carta e si montava come una nave. Come un’arca di Noè. Se no non ci sarebbe stato gusto. Attori e marinai devono essere in viaggio. In mezzo alle onde. È scritto nel destino dei teatranti, il viaggio”.
Delle dieci maestre marchigiane poco si sa, eppure furono loro, nel 1906, a chiedere l’iscrizione nei registri elettorali del loro comune e a ottenerla.
C’è poi Ilaria Alpi il cui nome “sa di vento, di sabbia, di sole. Di tempeste e onde bianche” che scelse di raccontare la verità a costo della vita (che perse, perché assassinata). Infine Alda Merini che raccontò il manicomio e la sua malattia mentale attraverso la poesia e Teresa Mattei che scelse di lottare per la libertà del suo paese.
Daniela Palumbo, autrice di numerosi libri, in cui sono trattati con grande sensibilità temi di rilevanza sociale, racconta in queste pagine la vita comune di ognuna di loro e la scelta operata, non senza grandi difficoltà, di affermare la negazione. “Si può scegliere dunque, e cambiare il viaggio della nostra vita, a volte, con un NO che ci rende liberi”. Con uno stile efficace, fluido, garbato “Noi, ragazze senza paura” suscita commozione ed empatia nei confronti delle donne protagoniste. Un libro bello, emozionante, necessario, che andrebbe letto da tutti, a scuola oltre che nel privato.
Noi, ragazze senza paura
di Daniela Palumbo
Il battello a vapore