Roma Expo 2030, la presentazione a Parigi con la musica del genio Morricone

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Il Comitato Promotore di Roma Expo 2030 ha partecipato, per la terza volta, all’assemblea del BIE (Bureau International des Expositions) a Parigi. La riunione era dedicata all’illustrazione del tema scelto dalle diverse candidature.

Per sostenere la candidatura romana e spiegarne le ragioni sono intervenuti il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani (da remoto, perché fisicamente presente al vertice Nato sulla guerra in Ucraina), il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri e anche Rebecca Bianchi, étoile del Teatro dell’Opera di Roma.

Le 618 pagine del dossier sulla candidatura di Roma sono state consegnate lo scorso 7 settembre al BIE dall’ambasciatore Giampiero Massolo (presidente del Comitato Promotore) e dal sindaco Gualtieri. L’opera spiega in dettaglio l’impatto che l’Expo potrà avere sul sistema Paese.

Nel corso della giornata odierna, di fronte ai delegati BIE e alle altre tre delegazioni in gara (Busan, Riyad, Odessa), è stato mostrato il nuovo video che racconta la candidatura di Roma a Expo 2030, dal titolo It’s time to move towards a new era, con le musiche di Ennio Morricone per C’era una volta il West.

Matteo Gatto, poi, direttore tecnico di Roma Expo 2020, è entrato nel merito progettuale, mostrando un video con un primo rendering del masterplan, realizzato dallo studio dell’architetto Carlo Ratti.

“L’assemblea di oggi”, chiarisce il comitato promotore, “è la terza di cinque momenti stabiliti dal BIE in cui il comitato è chiamato a rappresentare Roma motivandone la candidatura. Il voto finale si terrà tra un anno esatto”.

A chiusura dell’assemblea il sindaco Gualtieri ha sottolineato caratteristiche e vocazioni della Città Eterna, mostrandone la profonda sintonia con lo spirito e le finalità dell’Expo.

Ecco l’intervento del sindaco:

“Siamo qui riuniti oggi in un momento in cui molte parti del mondo stanno vivendo
sofferenze indicibili. Gli orrori della guerra, gli effetti ancora duraturi della pandemia,
le conseguenze del cambiamento climatico e le disuguaglianze sono solo alcune delle
sfide che dobbiamo affrontare.

Nel momento in cui ci riuniamo sotto l’egida del Bureau International des Expositions,
quindi, è importante tenere a mente queste tragedie e le difficoltà a cui troppi esseri
umani sono esposti. Ciò dovrebbe indurci a lavorare insieme su ciò che ci unisce,
ravvivando lo spirito di amicizia, cooperazione, conoscenza reciproca che ha ispirato i
fondatori del Bureau decenni fa.

L’Italia e la sua Capitale, la Città Eterna di Roma, sono pronte a rinnovare il loro
impegno qui oggi, insieme a tutte le città globali che la pensano allo stesso modo. Un
impegno per la pace, l’inclusione, la dignità umana. Una determinazione a combattere
la discriminazione sulla base della razza, della religione, dell’orientamento sessuale.
Le nostre città giocheranno un ruolo importante in questo rinnovamento. E la Città di
Roma sarà in prima linea in questo processo inarrestabile connesso a questi ambiziosi
obiettivi.

È questo il senso della nostra candidatura a ospitare l’Expo 2030. Le nostre città
devono diventare luoghi di innovazione condivisa, d’inclusione, di progresso
tecnologico e digitale, sempre più verdi e sostenibili dal punto di vista ambientale,
tutte collegate tra loro in un’unica rete globale di valori condivisi.
Si tratta di obiettivi estremamente ambiziosi. Non possono essere raggiunti da una
sola città o da un solo paese. Dobbiamo farlo insieme, mettendo insieme le nostre
menti più brillanti, i nostri intelletti più creativi, i nostri pensatori più lungimiranti.

Stimati delegati, Vi invitiamo a unire gli sforzi con noi, in uno spirito basato su una pianificazione comune, su valori condivisi e radicati in questo bisogno di pace e unità che tutti sentiamo.

Siamo molto orgogliosi del nostro progetto, per due motivi principali. In primo luogo
perché siamo profondamente impegnati a rigenerare la nostra città. Expo 2030
costituirà il contesto ideale per farlo: come avete visto, ammoderneremo e
rigenereremo l’area del sito espositivo con tecnologie all’avanguardia, mettendo al
centro del progetto la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale. E in questo ci
saranno molte opportunità per le comunità industriali e di ricerca di tutti.

In secondo luogo, siamo orgogliosi perché abbiamo concepito questa esposizione in
modo universale, pensando alle tante comunità di tutto il mondo che già vivono e
prosperano a Roma e in Italia. È la vostra e la nostra gente. Gente dell’Asia, dell’Africa,
delle Americhe, del Medio Oriente e dell’Europa che vive a Roma come un proprio
territorio. È questo che rende Roma e il nostro progetto veramente universale.
Dopo la fine dell’Expo, il sito continuerà ad essere una comunità a zero emissioni di
carbonio, un centro di ricerca, un polo commerciale, un nuovo quartiere integrato e
inclusivo, perennemente connesso al resto della città e collegato digitalmente al resto
del mondo, sempre a disposizione dei vostri scienziati, studenti, professionisti e uomini
d’affari.

Quindi, stimati delegati, come vedete non vi chiediamo solo il voto per l’anno
prossimo. Vi chiediamo di mettere insieme i nostri cuori in una partnership da qui al
2030 e oltre. Facciamo in modo che il 2030 sia l’anno in cui persone di tutto il mondo
si sono riunite in una delle sue città più antiche per sognare e reimmaginare il loro
rapporto con il pianeta, a beneficio dei nostri figli e delle generazioni future.
Vi aspettiamo a braccia aperte, nel 2030, a Roma, la Casa del Mondo”.