Casamonica, è associazione mafiosa: l’appello conferma le condanne

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Una conferma della pericolosità del clan Casamonica. Arriva dai giudici della Corte d’Appello di Roma, che hanno ribadito l’accusa di mafia per i Casamonica. La sentenza è arrivata dopo oltre sei ore di camera di consiglio. A rappresentare l’accusa nel maxiprocesso il sostituto procuratore generale Francesco Mollace, con i pm Giovanni Musarò e Stefano Luciani applicati nel procedimento, che nel corso della loro requisitoria avevano ribadito le accuse per il clan: dall’associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, l’usura alla detenzione illegale di armi. Con la sentenza pronunciata oggi pomeriggio nell’aula bunker di Rebibbia, i giudici hanno confermato l’impianto accusatorio accogliendo il ricorso della procura su quattro posizioni riconoscendo il 416bis, escludendo soltanto l’aggravante di essere un’associazione armata.

“L’indagine della procura di Roma ha posto fine allo strapotere dei Casamonica. Un clan da anni a braccetto con Banda della Magliana e poteri forti della capitale – aveva detto Mollace nel suo intervento nelle scorse udienze. Un clan, aveva sottolineato il pm Musarò – con una forza di intimidazione impressionante. La ‘galassia’ Casamonica è quella peculiare struttura dell’organizzazione che porta i diversi gruppi ad unirsi quando c’è bisogno”.