Sono salvi, gli ospiti a quattro zampe della Sfattoria degli Ultimi. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della fattoria, annullando l’ordine dell’Asl Rm1 di abbattimento dei suini e cinghiali, adottato l’8 agosto scorso dall’Asl ai fini di controllo e prevenzione dell’epidemia di peste suina africana.
L’ordine di abbattimento dei suini è stato ritenuto illegittimo in quanto la Asl avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga (all’abbattimento) giustificata dal fatto che essa è destinata concretamente a “rifugio per animali in difficoltà”, considerando anche il possibile “elevato valore culturale o educativo ai sensi dell’articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687”. Il parere del Ministero della Salute – Commissario straordinario per la peste suina, pervenuto successivamente alla notifica dell’ordine di abbattimento, contrario al riconoscimento della deroga, ad avviso del Tar “non è supportato da un’adeguata istruttoria e non è correttamente motivato”.
L’Asl, pertanto, dovrà riesaminare la situazione, dopo avere effettuato gli approfondimenti ritenuti necessari dal TAR, come si legge nella sentenza.
“Siamo felici di questo risultato. La sentenza dimostra, pur riconoscendo la complessità delle norme, che la Asl ha assunto un provvedimento abnorme senza svolgere adeguata istruttoria” ha detto l’avvocato della Sfattoria degli Ultimi Angelita Caruocciolo, secondo quanto riporta Adn Kronos.
“Questo risultato è, però, solo la prima pietra che la ricorrente intende porre, perché le norme in tema di gestione della peste suina siano correttamente applicate dalle autorità amministrative italiane. Ed io concordo pienamente, poiché gli ultimi eventi stanno dimostrando un accanimento ed un’attività anch’essa illegittima nei confronti dei cinghiali urbanizzati. L’impegno in questo procedimento giudiziario è stato notevole, ma la soddisfazione è grande perché abbiamo dimostrato che, anche nei casi di rischi della salute, non sempre le amministrazioni agiscono correttamente. Vi richiamiamo tutti perché questa è la prima vittoria di una battaglia che vinceremo tutti insieme. Quindi l’attenzione da parte della collettività deve rimanere alta. Questa sentenza dimostra che è possibile applicare la legge in modo efficace e alto, rispettoso di ogni forma di vita”, conclude il legale.