“Banco Alimentare del Lazio, metodi mafiosi verso chi non rinnova la convenzione Agea con loro”

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Nessuno può detenere il monopolio della solidarietà“. E’ esplicito e senza mezzi termini, il giudizio del presidente dell’Associazione Sguardo al Futuro, Loris Scipioni, l’associazione che opera con la sua attività sociale e caritativa nell’estrema periferia est della Capitale, tra Tor Bella Monaca, Torre Angela e Tor Vergata, uno dei territori più difficili di Roma.

L’associazione si è vista sospendere da un giorno all’altro tutte le convenzioni che le garantivano l’approvvigionamento di prodotti provenienti da importanti player della Gdo, da distribuire gratuitamente alle famiglie del territorio, come prodotti ministeriali Agea, delle società Amazon ed Esselunga. Il motivo? Perché l’associazione Sguardo al Futuro, che conta numeri importanti nella Capitale – oltre 10.000 utenti – non avrebbe l’intenzione di rinnovare la propria convenzione Agea con la Fondazione Banco Alimentare.

La convenzione con L’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) prevede la distribuzione verso le persone più indigenti di derrate alimentari provenienti dalle scorte d’intervento dell’Unione Europea o dall’impiego di equivalenti monetari nazionali. Un rifornimento importante e vitale per tutte le associazioni caritative ed ecclesiastiche che operano verso i meno abbienti. Per accedere alle risorse alimentari del fondo Agea, la conditio sine qua non di tutte le associazioni territoriali è l’obbligo di stipulare un accordo/convenzione con uno degli Enti riconosciuti ed iscritti al relativo Albo istituito presso l’Agea stessa, come la Fondazione Banco Alimentare Lazio. Non è prevista la partecipazione diretta delle associazioni territoriali.

Racconta Scipioni: “La nostra decisione di non rinnovare la convenzione dei prodotti europei Agea con la Fondazione Banco Alimentare del Lazio viene in seguito alla completa assenza di trasparenza da parte del Banco Alimentare nella gestione e distribuzione dei prodotti ricevuti. Sono sempre stati vani i nostri ripetuti solleciti dove evidenziavamo la mancanza di tracciabilità, trasparenza e assenza assoluta di criteri nella distribuzione delle derrate alimentari provenienti sia dal Fondo Agea che dalla grande distribuzione. Quelli Agea sono fondi pubblici e come tali necessitano di assoluta trasparenza. Nessuno può esimersi. Esempio eclatante è che la nostra convenzione, che prevedeva oltre 2.000 assistiti, riceveva gli stessi approvvigionamenti di chi ne deteneva poche centinaia”.

“La Fondazione Banco Alimentare del Lazio, nella persona del Presidente Giuliano Visconti – spiega Scipioni – ci ha inviato una lettera, il 12 ottobre scorso, con la quale ci comunicava la sospensione fino a nuovo ordine della convenzione, sulla base di presunte segnalazioni che metterebbero in dubbio la correttezza del nostro operato quotidiano, sulla bontà del quale potrebbero – meglio di me – esprimersi le oltre 10mila persone che assistiamo quotidianamente”.

Più ancora, rimarca Scipioni, “riteniamo gravissimo che un ente che esercita funzioni di pubblico interesse provveda a tagliare gli approvvigionamenti essenziali con effetto immediato con una realtà di frontiera e di importanza strategica come la nostra, senza neanche ascoltarci nel giusto contraddittorio né fornirci documentazione né prova alcuna delle fantasiose accuse che ci sono state rivolte, che giudichiamo infamanti, diffamatorie e lesive del nostro impegno quotidiano nei confronti di chi soffre di più. I nostri assistiti sono quelli che al momento stanno pagando il prezzo più alto di questa scellerata decisione”.

La Fondazione Banco Alimentare del Lazio, nella sua lettera, definisce “temporanea” la sospensione, in attesa delle opportune verifiche sulle segnalazioni. “Ma ad oggi – aggiunge Scipioni – nonostante le settimane trascorse dalla ricezione della comunicazione, queste “necessarie verifiche” non sono state ancora effettuate, malgrado i nostri ripetuti solleciti, con il risultato che la nostra associazione continua ad essere ingiustamente sospesa e messa gravemente in difficoltà nella sua attività, sulla quale ha investito di tasca propria anche in termini di mezzi, strumenti e risorse umane”.

Da qui il sospetto che “se tali segnalazioni non verranno rese pubbliche, nei contenuti e nelle fonti, ci troveremmo di fronte a un evidente caso di delazione anonima, che chiunque è libero di fabbricare per giustificare un provvedimento che mette in difficoltà una realtà che cresce di giorno in giorno, anche perché unica a rimanere sempre aperta – 7 giorni su 7 – e una delle poche a non chiudere mai nei lunghi mesi di pandemia. Siamo di fronte a un vero e proprio metodo mafioso e a un uso criminale del proprio potere per far fuori un’associazione che è diventata un punto di riferimento per la città e per troppi cittadini perché autonoma ed indipendente”.

Aggiunge Scipioni: “La Fondazione Banco Alimentare sapeva già che il nostro ente, che conta oltre 10.000 assistiti, non avrebbe rinnovato la convenzione Agea 2022 con lei. Ci dissero che questa cosa l’avremmo pagata a caro prezzo e questo a quanto pare è il metodo criminale di chi crede di detenere il monopolio della solidarietà e di poterla manipolare a proprio piacimento!”

Conclude il presidente di Sguardo al Futuro: “Non ci fermeremo fino al ripristino della verità, vogliamo poter prendere visione della documentazione che ci riguarda, se esiste, anche a tutela dei nostri assistiti. Le premesse raccontano però tutt’altra storia, che ricorda tanto quella delle organizzazioni criminali”.