IL COMICO ANGELO DURO PROTESTA PER IL SETTORE DELLO SPETTACOLO IN UNA CHIESA A ROMA

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Sono quasi due anni ormai che la pandemia da Covid-19 ha purtroppo cambiato le nostre vite su molteplici aspetti. Anche lavorativamente ci si è dovuti adeguare a numerose regole per il contenimento dei contagi costringendo molti lavoratori a stare a casa e alcuni settori a chiudere. Uno di questi è stato il settore dello spettacolo e dell’intrattenimento che ha preso giusto una boccata d’aria durante la stagione estiva grazie agli spazi all’esterno.

Arrivati a settembre però non è arrivata ancora alcuna notizia dalle istituzioni in merito ad una possibile riapertura negli spazi al chiuso: d’altronde sono stati riaperti i cinema, la campagna vaccinale è attiva da un anno quasi e si continua ad inserire lo strumento del Greenpass in più luoghi e contesti.

Uno degli artisti che ha alzato la voce in merito è Angelo Duro, attore e comico divenuto famoso grazie al programma Mediaset “Le Iene”, il quale aveva in programma proprio in questo mese delle date nei vari teatri d’Italia e che nonostante fossero già state confermate dopo numerose posticipazioni dovute alla pandemia, non ha saputo più nulla.

Molto forte nella vena provocatoria, prima di mettere in scena la protesta ha pubblicato un post su Facebook: “In queste ore ho deciso di prendere strade più drastiche verso le istituzioni, e la mia produzione pure, perché ho appena scoperto, che il mio tour, che sarebbe dovuto ripartire con il sold out di Milano il 23 settembre, non partirà. Sarà nuovamente, e ingiustificatamente, spostato. Col risultato che sono fermo e che manco dai teatri da quasi due, e dico due, anni. Mentre, da tempo, tutti gli altri settori sono ripartiti. E questa cosa, a me, non sta più bene. Per nulla. Io mi domando: perché, sui mezzi pubblici, sugli aerei, nei supermercati, e addirittura in chiesa, l’accesso è consentito e in teatro no? Ah? Per questo motivo ho deciso che, domani, farò un apparizione pubblica in una delle chiese di Roma. Chi può vietarmelo? Anch’io ho i fedeli e a loro devo dare le mie parabole. Quindi, farò un breve e mini spettacolo per i miei adepti, sì, insomma, i miei fedeli, per osservare chi proverà a vietarmelo”.

E così ha fatto presentandosi insieme ad alcuni fan e documentato dalle telecamere in una chiesa di zona Ottaviano. Il video pubblicato sui canali social è stato accompagnato dalla didascalia: “Dopo quasi due anni di teatri chiusi, e di un settore abbandonato e in ginocchio, sono tornato dal vivo, ma, stavolta, in chiesa. […] Non era un attacco alla chiesa ma solo un modo per evidenziare che, come in una parrocchia, come al supermercato, come sugli aerei e sui mezzi pubblici, affollati di gente, dove per entrare non occorre il green pass, è possibile riaprire i teatri e far ripartire anche questo settore che, da due anni, dico due anni, vede migliaia di famiglie in ginocchio. Io mi sono fatto avanti a difesa di un settore e l’ho fatto sempre a mio modo, stavolta sbagliando, ma bisogna valutare anche il momento storico. Se avessi fatto una cosa così due anni fa, sarebbe stata gratuita e inopportuna, invece adesso, anche se, ripeto, è un errore e non si fa, ha un valore sociale e collettivo importante. Un saluto”.

Ovviamente hanno seguito delle polemiche sulla scelta del luogo che l’attore ha giustificato come un “atto disperato”. La stessa protesta è stata fatta anche in un supermercato di Milano insieme al rapper Emis Killa e sugli autobus della stessa città insieme allo youtuber e cantante Fabio Rovazzi.

Grazie alle provocazioni è infine riuscito ad essere convocato presso il Ministero degli Interni dal sottosegretario Carlo Sibilia.