Primarie PD, l’esclusione di Loris Scipioni in barba allo statuto del PD: ecco perché

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Un comma aggiunto da una “manina” al regolamento delle Primarie, dopo il ricorso di Loris Scipioni, per giustificarne al meglio l’esclusione definitiva, arrivata ieri a firma dei Garanti del PD, a soli tre giorni dal voto. E’ questa l’ipotesi su quanto accaduto, avvalorata da un confronto tra il regolamento attualmente presente sul sito ufficiale delle Primarie tunoiroma.it e quello vigente al momento di presentare le candidature.

Il regolamento iniziale, all’articolo 6 recitava infatti:
CANDIDATURE
a. Possono partecipare alla “Primaria 2021”, in qualità di candidati, i cittadini che siano titolari dei diritti di elettorato passivo per la elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale di Roma e che non si trovino in alcuna delle situazioni di incandidabilità previste dalla legge;
b. Non possono candidarsi coloro che sono iscritti a partiti politici del centrodestra, o sono esponenti e/o eletti in liste di centrodestra.

A leggere sul sito ufficiale, però, c’è stata l’aggiunta di un comma c, che così recita:

c. Non possono candidarsi coloro che non sono appartenenti ai Partiti, Movimenti e reti civiche aderenti alla coalizione di centrosinistra.

La lettera dei garanti con la quale si comunica l’esclusione dalle Primarie di Scipioni

Sembrerebbe davvero un provvedimento (postumo) contra personam, l’aggiunta a posteriori del comma c, citata per l’appunto dai garanti del PD – Anna Finocchiaro, Andrea Manzella, Cesare Salvi, Grazia Volo e Luigi Zanda – nella missiva di rigetto del ricorso di Loris Scipioni, che si presentava alle primarie come indipendente di sinistra-civico.

Questo il suo commento: “Quanto accaduto è davvero scandaloso, specie se penso alla caratura dei garanti, tra i quali ci sono personalità che in passato sono state ministri e alte cariche dello Stato. Il comma aggiunto ad hoc per escludermi, unico caso su Roma, cozza pesantemente con lo statuto Nazionale del Partito Democratico, che all’articolo 4 (Soggetti fondamentali della vita democratica del Partito) al comma 4 lettera riporta che: Tutti gli elettori e le elettrici del Partito Democratico hanno diritto di: c) avanzare la propria candidatura a ricoprire incarichi istituzionali; è palese che non è necessaria alcuna iscrizione o accettazione a nessun partito o movimento. Mi stupisce che parlamentari come Zanda e Finocchiaro non conoscano neanche il regolamento ed i principi fondamentali del Partito Democratico o facciano finta di non conoscerlo per salvaguardare i propri privilegi. Trovo vergognoso un tale vilipendio dello statuto e una tale violenza ai principi fondamentali che sono alla base della vita della comunità democratica.
Questi modus operandi porteranno ad una sconfitta certa di tutto il centro-sinistra nella capitale d’Italia e sono lesivi per tutte quelle persone che credono ancora nel Partito Democratico”.