Sono otto i medici dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Taormina e di Roma indagati per omicidio colposo per la morte del piccolo Giacomo, il bambino di due anni deceduto a gennaio 2019 per un pacemaker difettoso. La perizia è stata affidata dal Gip Andrea Fanelli a tre specialisti che entro febbraio depositeranno le conclusioni. Un accertamento tecnico necessario per ricostruire una vicenda iniziata nel 2016.
Giacomo Francesco Saccomanno nasce con una grave patologia cardiaca e viene subito sottoposto, nel 2016, ad un intervento nel Centro cardiologico pediatrico Mediterraneo del Bambin Gesù di Taormina. Secondo l’accusa i tre medici che lo operano gli impiantano il pacemaker al contrario, rivolto verso il basso. Questo causa al piccolo un’insufficienza acuta cardiocircolatoria e un peggioramento delle condizioni di salute. Seguono continue visite dove viene sottovalutata la gravità delle condizioni del bambino. Il 31 dicembre viene trasferito d’urgenza a Roma con un aereo militare ma viene operato solo il giorno dopo, il 1 gennaio 2019. In un “macroscopico ritardo” secondo il Pm che inoltre accusa i due medici che lo hanno operato nella Capitale di avere sbagliato anche la procedura. Giacomo muore due giorni dopo l’intervento.
Il Bambin Gesù respinge le accuse e in una nota ha comunicato che la ricostruzione dei fatti “è lontana dalla realtà. Non esiste nessun pacemaker “messo al contrario”: il bambino purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale. L’ospedale è vicino alla famiglia e fiducioso del lavoro della magistratura”.