In questo periodo di lockdown sono molte le aziende che chiedono di essere aiutate, ma il male maggiore del nostro paese è la grande evasione fiscale, che secondo l’Istat vale il 12% del Pil Nazionale. Perciò questi aiuti arriveranno solamente alle aziende sane e che sono in regola con tutti i versamenti all’erario.
Ma una domanda che ci sorge spontanea è la seguente: i furbetti che non hanno mai versato neanche un euro di tassa avranno beneficio dal seguente sostegno economico a fondo perduto? Sarà una semplice dichiarazione o ci saranno dei controlli precisi e serrati? La legge prevede molti controlli ma saranno effettuati veramente?
Noi di What’s Up!Media vigileremo e vi racconteremo passo passo cosa accade con il bonus del contributo a fondo perduto, previsto dal “decreto Rilancio” (Dl n. 34 del 19 maggio 2020), che consiste nell’erogazione ai titolari di attività d’impresa, di lavoro autonomo e agricole, di una somma di denaro commisurata alla diminuzione di fatturato causata dall’emergenza Coronavirus.
Requisiti per accedere al contributo
Per ottenere l’agevolazione è necessario aver conseguito nel 2019 un ammontare di ricavi e compensi non superiore a 5 milioni di euro. Per le società con esercizio non coincidente con l’anno solare, occorre fare riferimento al periodo d’imposta precedente a quello in corso al 19 maggio 2020 (data di entrata in vigore del decreto Rilancio).
Ai fini della verifica del requisito, l’importo da considerare deve riferirsi al complesso delle attività esercitate dal contribuente, per le quali sia ammessa la richiesta del contributo e deve essere calcolato sommando:
• per i titolari di reddito agrario, il volume d’affari
• per i titolari di attività di impresa, i ricavi di cui all’art. 85 comma 2 lettere a) e b) del TUIR, ossia:
o i corrispettivi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività dell’impresa
o i corrispettivi delle cessioni di materie prime e sussidiarie, di semilavorati e di altri beni mobili – esclusi quelli strumentali – acquistati o prodotti per essere impiegati nella produzione.
• per i titolari di attività di lavoro autonomo, i compensi di cui all’art. 54 comma 1 del TUIR, ossia:
o i compensi in denaro o in natura percepiti – anche sotto forma di partecipazione agli utili – nell’esercizio dell’arte o della professione
o i predetti compensi devono essere conteggiati al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico del cliente e addebitati in fattura dal professionista.
Per ottenere l’erogazione del contributo a fondo perduto, inoltre, deve essere soddisfatto almeno uno tra i seguenti requisiti:
• ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’analogo ammontare del mese di aprile 2019
• inizio dell’attività a partire dal 1° gennaio 2019
• domicilio fiscale o sede operativa situati nel territorio di Comuni colpiti da eventi calamitosi (sisma, alluvione, crollo strutturale), i cui stati di emergenza erano in atto alla data del 31 gennaio 2020 (dichiarazione dello stato di emergenza da Coronavirus).