Nella notte tra il 24 e il 25 aprile, a poche ore dalla celebrazioni per la Festa della Liberazione, ad Acilia sono state incendiata la corona e la lapide in memoria di Lido Duranti, partigiano comunista trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944.
A dare la notizia dell'”ignobile e vile gesto” è stata l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. “Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione dalla barbarie nazifascista individui che evidentemente ad essa ancora si ispirano, vilmente e nascondendosi nell’ombra scaricano le frustrazioni della sconfitta che ancora bruciano. L’apologia del nazifascismo – continua l’ANPI – è sanzionata dalla Legge e dalla Storia. Le autorità individuino e consegnino prontamente alla giustizia gli autori. Invitiamo cittadini ed Istituzioni a ripristinare senza indugio la targa e la corona alla memoria imperitura di Lido. Il rancore criminale della feccia fascista sarà sempre ricacciato nelle profondità da cui prova ad uscire. W i partigiani, W la Liberazione, viva la Costituzione, ora e sempre Resistenza”.
Dura la condanna anche di Marco Possanzini, segretario di Sinistra italiana per il X Municipio, che parla di “un fatto gravissimo, un atto vile, oltraggioso, vergognoso, che offende la memoria storica di questo paese e dei suoi eroi antifascisti che hanno combattuto per la democrazia e la nostra libertà. Oggi più che mai, in un’epoca caratterizzata da tentativi di revisionismo e scomposizione della verità storica, mantenere vivi gli ideali della lotta di Liberazione è un dovere civile e morale, soprattutto verso le giovani generazioni”.