Fungo saprofita del nostro organismo, Candida Albicans, si trova nel tratto gastrointestinale dove assolve il suo compito principale, cioè quello di “aiutare” nella digestione degli zuccheri mediante fermentazione. Una alimentazione poco corretta può alterare la flora batterica intestinale e può portare a un aumento della popolazione di specifici ceppi micotici, come per esempio la Candida. In questo caso, i fastidi più facilmente individuabili saranno: bruciori più o meno intensi, perdite bianche, prurito. Una disbiosi intestinale che si esprime in questo modo, un disequilibrio di questa portata, nasconde però una situazione infiammatoria importante a cui va trovata una soluzione.
Ma come e cosa fare concretamente?
1) L’alimentazione anti-candida
Come già detto, Candida Albicans è implicato in alcuni processi digestivi, in particolare in quello relativo agli zuccheri. Per questo, un aumento della popolazione di questo ceppo è direttamente proporzionale alla quantità di zuccheri e carboidrati ingeriti. In particolare,dal momento in cui si manifestano i sintomi, è necessario eliminare subito alcuni cibi:
– Zucchero bianco e miele,che per il fungo diventano nutrimento immediatamente; sostituiamoli con zucchero di canna integrale o, meglio ancora, evitiamo di utilizzarne e approfittiamo di questo periodo magari per riscoprire i sapori genuini e naturali, troppo spesso offuscati dall’aggiunta di dolcificanti.
– Dolci.Quelli industriali o preconfezionati dovrebbero essere eliminati a prescindere dalla presenze fastidiosa della Candida, ma in questo caso limitiamo l’assunzione anche di dolci fatti in casa, biscotti etc.
– Lieviti.I funghi come la Candida amano i lieviti, quindi priviamoli del loro nutrimento evitando, di nuovo, cornetti e dolci lievitati e tostando il pane.
– Farine bianche.Vanno sostituite immediatamente con farine integrali, possibilmente non di frumento.
– Latte e latticini.Vanno evitati sia perchè sono sostanzialmente zuccheri (che vanno quindi ad influire come quelli che abbiamo nominato finora) sia perchè sono alimenti fortemente acidificanti. Poichè Candida Albicans si svliluppa la meglio in ambiente acido, dovremmo cercare di fare un’alimentazione alcalinizzante.
Nei casi più leggeri, un cambio di alimentazione come questo darà dei risultati immediatamente visibili.
2) Oli essenziali
Gli “oli essenziali” sono sostanze liposolubili che i vegetali producono per differenti motivi, per esempio sono repellenti per i parassiti e antibiotici. In realtà, gli oli essenziali sono i più grandi antibiotici naturali! Se si riesce ad individuare l’olio essenziale adatto al determinato ceppo patogeno, sono veramente precisi e veloci nell’eliminazione. Per quanto riguarda la Candida, gli oli essenziali più utilizzati sono:
– Timo(Thymus Vulgaris): la sua efficacia comprovata nei confronti della Candida Albicans è elevata. Il Timo ha inoltre le proprietà di migliorare la digestione, contrastare tutti i principali disturbi connessi alle disfunzioni dell’apparato digerente e mantenere l’equilibrio della flora batterica intestinale.
– Origano di Spagna (Coridolo): è il più potente antisettico tra gli oli essenziali. Attivo contro tutte le forme virali ma anche contro i funghi. Ha anche azione stomachica (aumenta la produzione dei succhi gastrici, migliorando la digestione).
– Tea Tree Oil(Melaleuca Alternifolia): ha azione funghicida e battericida locale, ma è anche calmante per le ustioni, le afte e i dolori gengivali, nonchè utilissimo nei casi di raffreddore e tonsillite.
Con l’aiuto di questi oli essenziali è possibile rimuovere la popolazione in eccesso di Candida Albicans, ma tengo a sottolineare che essendo molto potenti sono anche molto irritanti e per il loro utilizzo è indispensabile il consiglio di un naturopata professionista.
3) Ripopolazione dell’intestino
A questo punto, è fondamentale passare a una ripopolazione, o meglio a un ri-equilibrio, della flora intestinale.Quando l’organismo è in equilibrio con i batteri che lo popolano si parla di “eubiosi”: l’uomo infatti fornisce materiale per il sostentamento dei batteri che, viceversa, svolgono per l’ospite moltissime funzioni, come accennato in precedenza.
Nel nostro intestino sono presenti vari tipi di batteri (circa 400 diverse specie) che si dividono in due grandi categorie: batteri aerobi (che vivono cioè in ambiente ossigenato) e anaerobi (che vivono in ambiente privo di ossigeno). I primi, i lattobacilli, colonizzano soprattutto l’intestino tenue mentre i secondi, ovvero i bifidobatteri, vivono soprattutto nel colon.
Possiamo agire sulla popolazione batterica utilizzando dei probiotici o prebiotici. L’importante è che essi siano consigliati da un professionista, in quanto l’equilibrio che deve essere ristabilito è delicato e l’assunzione errata di prodotti non risolverebbe il problema.
4) Lavorare sulla causa profonda
Fatto tutto questo, inizia il lavoro forse più complicato. Infatti secondo la Naturopatia ogni sintomo è solo la manifestazione di una causa più profonda: l’organismo utilizza il disturbo per “manifestare” un messaggio. Il nostro compito è quello di comprendere questo messaggio e agire di conseguenza per modificare lo stile di vita che ci ha portato a questa necessità. Il percorso naturopatico ha lo scopo, in questo senso, di eliminare alla radice il problema lavorando anche sulle componenti non necessariamente fisiche del nostro corpo. Si possono utilizzare per questo scopo vari prodotti, tra cui per esempio fiori di Bach e le tinture spagyriche, ma anche tecniche manuali come la Riflessologia.