Elezioni 2018: intervista a Roberto Romanella (M5S) “Non mi aspettavo un numero così alto, continueremo a lavorare a testa bassa”

Elezioni 2018: il commento di Roberto Romanella (M5S) Presidente del VI Municipio (intervista del 5 marzo)

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Presidente, all’indomani delle elezioni politiche (5 marzo) vogliamo commentare questa vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle, come primo partito, che si è attestato al 32%? Si aspettava questo risultato?

Mi aspettavo numeri alti, ma non il 32%. Il 40% era utopistico, ma questo risultato mi dà da pensare che i vari giochi di potere, le cattiverie, gli sgambetti e l’evidenziare continuamente le piccole defaillance del Movimento – come la recente polemica della restituzione di parte degli stipendi dei parlamentari M5S – abbiano contribuito a far si che gli altri partiti si siano tirati le antipatie degli italiani. Un dato che mi fa pensare che a Roma non stiamo affatto lavorando male, un dato che mostra come non siamo più “un voto di protesta” perché il Movimento ormai è strutturato.

Si aspettava un risultato così positivo anche per la coalizione di destra?

Forse si, anche se parliamo di una destra moderata. Ieri sera mi sono fermato al risultato dello 0.8% di CasaPound. Fratelli D’Italia è la destra, la Lega non è proprio di destra.

Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, mentre la destra è la prima coalizione. Il presidente Mattarella dovrà dare l’incarico di formare il Governo. Che cosa succederà ora secondo lei?

In questo momento non vorrei essere al suo posto. Darà l’incarico ad una coalizione o ad una formazione politica che ha preso più preferenze in assoluto? Non so cosa farà il presidente Mattarella ma credo che dovrebbe recepire il messaggio forte del popolo: siamo passati dal 25% al 32%.

Qual è il messaggio secondo lei? I cittadini hanno mostrato di volere fortemente un cambiamento attraverso un voto di discontinuità rispetto al passato.

Si vogliono un cambiamento. È evidente. Credo che gli elettori abbiano capito che votando il Movimento abbiano sposato un’idea di politica nuova: la politica non è un mestiere, quando hai finito torni a fare il tuo lavoro. Io nella fattispecie tornerò a fare il caposquadra dei vigili del fuoco. La politica non è un mezzo per l’arricchimento personale. Non esiste che un parlamentare guadagni magari 14.000 euro al mese e un pensionato non arrivi a fine mese. Un fattore molto importante credo che sia la questione dei due mandati. Un’amministrazione per poter apportare un cambiamento consistente credo debba poter lavorare per almeno due mandati. Anche gli Stati Uniti lavorano in questo senso con due legislature. Per un cambiamento servono almeno dieci anni. Noi a Roma abbiamo trovato una situazione drammatica, di totale abbandono e mancanza di controlli, come per esempio per alcuni appalti pubblici. In questo Municipio, per fare un esempio, tra i settori economicamente più dispendiosi c’è quello sociale. Se il budget per il nostro Municipio è di 22 milioni di euro, possiamo dire che due terzi sono stati impegnati per l’assistenza sociale (centri anziani, assistenza ai disabili ecc). Noi abbiamo messo un assessore alle politiche sociali. Erano anni che non si vedeva un assessore in questo campo, tra l’altro una persona in gamba.

Prima di passare alle ripercussioni che queste elezioni avranno a livello locale ( per il VI Municipio), secondo lei il Movimento 5 Stelle dovrà scendere a patti con la Lega e con la coalizione di destra per governare?

Preferirei non rispondere a questa domanda. Diciamo che se si parla di alleanze credo che sia imprudente allearsi con qualcuno che ha magari una base razzista e abbia avuto tendenze scissioniste. Però ci si potrebbe accordare su alcuni punti di programma e tentare di realizzare quelli. Si potrebbe realizzare una sorta di “governo di scopo”. Ma questa è la mia opinione personale.

Se lei fosse Di Maio e da domani le fosse dato l’incarico di governare, cosa farebbe come prima cosa?

Di Maio ha già presentato un decreto legge pronto, venerdì sera in Piazza del Popolo, come prima mossa qualora avesse vinto le elezioni: taglio degli stipendi dei parlamentari e dei vitalizi. Le idee sono chiare. I nostri si sono già tagliati gli stipendi. Su quel conto corrente ci sono finiti circa 23 milioni di euro e parliamo solo di 150 persone. Pensiamo se fosse tutto il Parlamento.

A livello locale si riflettono gli stessi risultati delle Politiche Nazionali. Il candidato M5S Lorenzo Fioramonti vince nettamente con il 36%. Questo Municipio, insieme a quello di Ostia, è una roccaforte del Movimento 5 Stelle.

Io ho iniziato a fare politica nel 2009. Non sapevamo nulla di amministrazione ma eravamo stufi della politica che c’era. Dal 2009 al 2012, dopo le elezioni di Parma, siamo cresciuti tanto ma ogni santo sabato siamo stati presenti sul territorio del Municipio con gazebi e info point per i cittadini. Abbiamo dato informazioni che la televisione non dava. Abbiamo mostrato le rimostranze che i ragazzi facevano in Parlamento. Ci siamo oggi e ci siamo sempre stati. La nostra missione non è quella di “comandare” ma di lasciare, una volta andati via, il posto migliore di quando lo abbiamo trovato. Io pure abito qua e mi sono stufato di vedere il lento degrado in cui ci hanno trascinato. Noi dobbiamo far funzionare meglio ATAC e AMA per esempio, ma credo che lo stiamo facendo. Dobbiamo individuare le persone che non pagano le tasse. Perché tanti si lamentano, per esempio, che c’è la mondezza per strada. Questo perché non ci sono i secchi, ma i secchi non ci sono perché il 34% dei cittadini del Municipio non paga la TARI.

Come commenta invece la sconfitta della sinistra, del PD e per quanto riguarda il Municipio del candidato Matteo Orfini?

Penso che non ti puoi presentare nelle case popolari all’ultimo minuto, prima delle elezioni e dire “noi faremo questo, faremo quest’altro”. Noi come gruppo ci siamo presi a cuore le questioni del Municipio. Una signora delle case popolari è venuta a dirmi che un tubo buttava liquami nel garage dal 2001. Ma come  è stato possibile che nessuno sia intervenuto in tutti questi anni? Si sono alternate, in questi anni, tante compagini politiche. Ora è vero che le case popolari sono sotto la gestione del Dipartimento Patrimonio. Ma un Municipio non può rimanere inerme a girarsi i pollici. Infine ho contattato più volte il Dipartimento e siamo riusciti a mettere su un accordo quadro municipale, una tipologia di appalto che ci ha permesso di intervenire in tempi ragionevoli. Noi abbiamo fatto 350 interventi in questo modo e quel tubo è stato il primo che abbiamo fatto. Quindi io dico, ti presenti ora alle case popolari, ma che senso ha? Ti devi tirare su le maniche e fare le cose. Anche se non è strettamente tua competenza, perché poi le persone vengono qui in Municipio con le lacrime agli occhi. La loro azione –  del PD – è stata quella di farsi vedere sul posto al momento delle elezioni. Noi quello che potevamo fare l’abbiamo fatto oltre non si può andare, poi purtroppo si spalanca “la prateria” del decentramento amministrativo: tutti i poteri sono spezzettati in una serie di competenze, che i cittadini non conoscono, e non ci permettono di lavorare. Per esempio per quanto riguarda le buche, non siamo noi a gestire la competenza ma il Dipartimento SIMU (Roma Capitale, Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana), sono loro che devono intervenire sulla grande viabilità (Prenestina, Casilina, Collatina e viale Tor Bella Monaca). Stiamo lavorando affinché questo spezzettamento del potere venga meno.

Come dovrebbe avvenire questo decentramento del potere amministrativo secondo lei?

Ad esempio il Dipartimento ha ben 15 Municipi da sostenere. Dovremmo orientarci verso un decentramento, previsto anche in parte nel testo unico degli enti locali, quindi verso il trasferimento di alcune competenze in questo caso verso il Municipio che semplificherebbero di molto i lavori. In questo momento penso che solo il M5S possa fare questo, essendo una compagine forte che amministra 13 Municipi su 15. Noi siamo orientati al bene comune e dopo massimo due mandati torniamo a casa. “Abbiamo le mani libere” come dice Di Maio, se non lo facciamo noi chi lo può fare?

Per finire, questo risultato nazionale vi rende ancora più forti a livello locale? Ora è il momento di lavorare?

Assolutamente, dopo tutta questa fiducia dobbiamo lavorare anche il doppio a testa bassa. Noi nel 2017 il nostro lo abbiamo fatto. Tutto quello che “mamma Roma” ci aveva messo in cassa noi lo abbiamo speso. Questo significa che è stata una gestione virtuosa della casa.