Ponte Osa: i disagi, le manifestazioni, gli interventi e le decisioni

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In seguito alle incessanti piogge degli ultimi mesi e, probabilmente a causa di una manutenzione e controllo assenti, il 5 aprile è crollato una parte del ponticello sul fiume Osa nel versante est del VI Municipio, recando fortissimi disagi alla popolazione locale per quanto riguarda la viabilità, il commercio, il trasporto pubblico, le scuole ecc.  I vigili del fuoco si sono visti costretti a chiudere il passaggio a qualsiasi veicolo e pedone per far rispettare i parametri di sicurezza. Si tratta di una grande emergenza  che ha investito il VI Municipio e direttamente chiamato in causa la parte politica governante. La prima mossa è stata stabilire la competenza di intervento sul ponte. Toccano al S.I.M.U. (Dipartimento Infrastrutture e Manutenzione Urbana) le operazioni di ristrutturazione del ponte. Sono stati contattati anche il Genio Militare e il Genio Civile, e la palla della decisione è passata nelle mani della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, che dovrà stabilire se far abbattere il ponte per rifarlo ex novo oppure farlo ristrutturare. Nel frattempo si sono fatte largo tante ipotesi di soluzione provenienti sia dalla parte politica, maggioranza e opposizioni, sia dai cittadini stessi e dai Comitati di Quartiere delle zone interessate. Tutte le parti hanno mantenuto posizioni diverse e di personale interesse, non sono mancate discussioni e disagi ma almeno tutte sono parse unite per quanto riguarda gli intenti: cercare la soluzione migliore e più veloce per affrontare l’emergenza. Ecco le possibilità prese in considerazione: la costruzione di un ponte Baylei (ponte provvisorio di origine militare che ha la peculiarità di essere costruito in tempi brevi); la riapertura della vecchia via Prenestina (che necessiterebbe di ulteriori interventi); apertura del ponte a senso unico alternato; contattare il comune di Monte Compatri per la realizzazione di una strada parallela su di un terreno adiacente. L’obiettivo è trovare la soluzione più fattibile e veloce per andare incontro alle esigenze delle migliaia di  persone che abitano e vivono quelle zone: Castelverde, Fosso San Giuliano, Corcolle, Osa, San Vittorino, Villaggio Prenestino. Tante persone che, in preda all’esasperazione e alla rabbia, in seguito ad un’assemblea organizzata dai Comitati, hanno manifestato bloccando il transito della via Prenestina. Non sono mancate anche dimostrazioni più folcloristiche come bagni nel fiume da parte di un cittadino: tutte azioni volte ad attirare l’attenzione sull’emergenza. Si è richiesto infatti l’intervento e la presenza della Sindaca Raggi. Grave problema che ha provocato disagi è stato anche la necessità urgente di istallare la segnaletica stradale volta ad informare gli automobilisti e gli autotrasportatori. Le prime delibere sulla questione sono provenute dal S.I.M.U. che ha dichiarato che i lavori sul ponte avrebbero richiesto almeno 4 mesi. Una comunicazione che ha destabilizzato alcuni cittadini, per i quali 4 mesi di lavori sarebbero insostenibili. In seguito alla manifestazione popolare, il 27 aprile, dopo il sopralluogo del Genio Pontieri e le opere di bonifica degli archi del ponte, è stato riaperto il passaggio pedonale. Infine è intervenuta anche Margherita Gatta, Assessora capitolina alle Infrastrutture, la quale spiega la scelta  finale di costruire un ponte mobile e provvisorio che possa soddisfare la viabilità veicolare.

La redazione